La metà dei giovani guariti da forme lievi di Covid ha sintomi persistenti a 6 mesi dall’infezione
Anche i giovani guariti da forme di Covid-19 che non hanno richiesto il ricovero in ospedale continuano ad avere sintomi che persistono nel tempo. Lo rileva un nuovo studio pubblicato su Nature Medicine dai ricercatori dell’Università di Bergen, in Norvegia, che fa luce sui disturbi a lungo termine sperimentati sia da chi ha avuto una forma più grave della malattia, sia da coloro che hanno superato un’infezione lieve e moderata.
Nello specifico, gli studiosi hanno osservato che a distanza di sei mesi, più della metà di tutti i pazienti (61% su 312 persone) presenta sintomi persistenti, indipendentemente dalla gravità della malattia iniziale, e che buona parte di queste persone sono giovani di età compresa tra i 16 e 30 anni che sono stati curati a domicilio. “Abbiamo scoperto – spiegano i ricercatori – che il 52% dei giovani isolati e trattati in casa presenta sintomi persistenti a sei mesi da una malattia lieve o moderata”.
Alcuni di questi disturbi, noti anche come sintomi di Long Covid o postumi a lungo termine di Covid-19, sono risultati più comuni in questa fascia di età. In particolare, affaticamento (21%), mancanza di respiro (13%), ridotta concentrazione (13%), problemi di memoria (11%) sono tra i sintomi più frequentemente riportati. Circa un giovane su 4 (28%) ha anche sperimentato la perdita del gusto e/o dell’olfatto. “In questa popolazione – osservano gli studiosi – la presenza di malattie pregresse non è risultata associata alla comparsa di sintomi persistenti o affaticamento”.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato “una correlazione significativa” tra alti livelli di anticorpi e sintomi mostrati dalle persone curate a domicilio. “È preoccupante – aggiungono nelle conclusioni dello studio – che i giovani dai 16 ai 30 anni non ricoverati soffrano di sintomi potenzialmente gravi, come problemi di concentrazione e memoria, dispnea e affaticamento, sei mesi dopo l’infezione. In particolare per gli studenti, tali sintomi potrebbero interferire con il loro apprendimento e i progressi nello studio”.