La medicina del futuro è IT e si costruisce in Europa
Sei grandi progetti con l’obiettivo di andare oltre gli attuali confini della conoscenza. Sono stati scelti dall’Unione europea ed entro la fine dell’anno uno o due di essi riceveranno un finanziamento di 1 miliardo di euro per un decennio. Ve li raccontiamo qui su Fanpage.
Se ci pensiamo, il nostro approccio con le malattie non è cambiato molto rispetto a secoli fa. Quando qualcosa non va, andiamo dal medico e gli spieghiamo il problema. Il medico ci pone una serie di domande per delimitare meglio la questione, quindi ci sottopone a una serie di controlli ed esami, finché non è in grado di elaborare una diagnosi. Secondo i promotori del progetto “IT Future of Medicine”, uno dei sei progetti arrivati in finale nella competizione per vincere 1 miliardo di euro di fondi dell’Unione europea per i prossimi dieci anni, è molto più facile per un meccanico scoprire cos’è che non va in un'automobile o per un informatico individuare il problema di un computer, attraverso software di diagnosi ad hoc. Allora perché non ci dotiamo anche noi di software simili? L’idea è che in un prossimo futuro, quando andremo dal medico, scaricheremo tutti i dati medici che ci riguardano, attraverso i quali sarà possibile elaborare in tempi brevissimi non solo una diagnosi precisa, ma anche una cura personalizzata con le massime possibilità di successo.
Oltre i limiti della medicina contemporanea
Le necessità a cui il progetto “IT Future of Medicine” intende rispondere sono del resto drammatiche. Come fanno osservare i promotori, ogni anno in tutto il mondo vengono diagnosticati 12 milioni nuovi casi di cancro. I tassi di cura per le forme più comuni non sono molto migliorati negli ultimi decenni, e anche le terapie più avanzate e specifiche sono efficaci per un ridottissimo numero di persone. Per di più, i costi di sviluppo di nuovi farmaci sono aumentati notevolmente, costringendo i pazienti a spendere cifre enormi per le proprie terapie, spesso dagli esiti infausti. Le cifre al riguardo sono impressionati: tra i paesi OCSE e i paesi BRIC (Brasile, Russia, India, Cina), la spesa per la salute aumenterà del 51% da qui al 2020, raggiungendo un totale di 71 trilioni di dollari.
Qualcosa si può fare, e per farlo si può sfruttare il settore rivelatosi a oggi il più rivoluzionario in termini di sviluppo e capacità: il comparto IT, quello per intenderci delle tecnologie informatiche. Il nostro corpo del resto funziona in modo molto simile ai computer, ragionano i teorici del progetto: “La vita è la traduzione dell’informazione presente nel genoma nel fenotipo dell’organismo: l’organismo ‘elabora’ questo fenotipo a partire dal suo genotipo, dato uno specifico ambiente”. Conoscendo i dati dell’ambiente all’interno del quale viviamo, il nostro genoma e il modo in cui esso dà vita ai diversi componenti del nostro organismo, conosceremmo in dettaglio la nostra situazione sanitaria.
L'informatica al servizio della salute
Tutto ciò richiede due cose: una maggiore velocità di calcolo e un enorme spazio per memorizzare i dati. Problemi in comune a tutti i grandi progetti presentati nella competizione dell’UE per la scienza del domani. Le prospettive sono ottime: entro pochi anni le tecnologie informatiche arriveranno al punto da permetterci di mappare il nostro genoma in meno di una giornata, incrociandolo a velocità enormi con gli altri dati medici e ambientali, elaborando il tutto e immagazzinando i dati all’interno di database virtuali della capacità di diversi Exabytes (un trilione di byte). Il genoma, infatti, è solo l’inizio. Dovremo conoscere a fondo l’esatta quantità di proteine presenti all’interno di una cellula, un valore da cui dipende il nostro benessere, e le diverse migliaia di metaboliti presenti nell’organismo, ossia i prodotti del metabolismo umano, che ci dicono cosa non va nel nostro corpo nel preciso momento in cui viene effettuata l’analisi.
In una prima fase, da qui ai prossimi cinque anni, il progetto prevede l’elaborazione di prototipi di modelli umani. Di che si tratta? Di veri e propri modelli virtuali del nostro organismo, realizzati in base all’acquisizione di un’enorme mole di dati sulla nostra struttura anatomica e molecolare. In pratica, potremo avere una copia virtuale del nostro corpo – ovviamente solo della sua struttura fisica – da analizzare per prevedere futuri malfunzionamenti (deterioramento di organi, problemi cardiovascolari, polmonari, sviluppo di tumori e malattie neurodegenerative) ed effettuare check-up continui. Nei cinque anni successivi sarà invece sviluppata l’infrastruttura per garantire una medicina completamente personalizzata. Le cure saranno tarate con la massima precisione, considerando il funzionamento del nostro metabolismo e il target, riducendo al minimo gli effetti collaterali e massimizzando i risultati. Il sistema sanitario nazionale di ciascun paese europeo si baserà su questa infrastruttura, per minimizzare i costi, prevedere focolai di infezioni e intervenire per tempo. Un simile progetto impone il coinvolgimento di una vasta serie di partner. A livello industriale, sono già coinvolti la Microsoft Research, per la realizzazione di strumenti di elaborazione su larga scala di sistemi biologici, la IBM Research, la Xerox, la Intel Germania per lo sviluppo di novi processori, Amazon e Oracle per costruire database capaci di contenere svariati petabyte, nonché la Siemens, impegnata nel settore della bioinformatica.