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La Luna ha due facce gemelle diverse e grazie a 360 simulazioni sappiamo perché

La Luna ha due facce che dovrebbero essere uguali, ma che sono completamente diverse: una la conosciamo perché la vediamo sempre, l’altra è stata ribattezzata ‘il lato oscuro’, ed è quella nascosta alla nostra vista. Gli scienziati hanno analizzato 360 simulazioni computerizzate e ora sanno spiegarci perché le due facce della Luna siano così diverse tra loro.
A cura di Zeina Ayache
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La faccia nascosta della Luna. Credit: NASA/Apollo
La faccia nascosta della Luna. Credit: NASA/Apollo

La Luna ha due facce che dovrebbero essere identiche tra loro eppure sono così diversa da poter appartenere a due corpi celesti diversi, com’è possibile? La causa sarebbe lo schianto di un oggetto all’alba del Sistema solare. Vediamo insieme cosa significa che la Luna ha due facce gemelle diverse, come mai sono così e come gli esperti lo hanno scoperto grazie alla tecnologia moderna.

Due facce gemelle diverse. Ormai sappiamo che la Luna ha un lato più conosciuto, che è quello che vediamo dalla Terra, un lato nascosto, ribattezzato ‘oscuro’, sul quale i cinesi sono atterrati pochi mesi fa nel tentativo di studiarlo più a fondo. Proprio questo lato nascosto è molto diverso da quello a noi visibile, è infatti caratterizzato da numeri crateri, quello rivolto a noi invece presenta bacini più ampi.

Come mai sono così diverse. Analizzando i dati raccolti nel 2012 dalla missione Gravity Recovery and Interior Laboratory (Grail) e mettendo insieme 360 simulazioni computerizzate, gli esperti sono giunti alla conclusione che, ai tempi in cui il Sistema solare si era appena formato, un pianeta nano ribelle, o un grande asteroide, si schiantò sulla Luna dando vita a queste differenze abissali tra le due facce del nostro amato satellite.

Cosa dobbiamo sapere sullo schianto. Secondo gli esperti, il corpo che ha colpito la Luna doveva avere un diametro di circa 780 chilometri e la velocità di impatto doveva essere intorno ai 22.500 chilometri orari. L’altra teoria sulle dimensioni sostiene invece che il diametro fosse di 720 chilometri e la velocità fosse di 24.500 chilometri orari.

Le altre conseguenze dell’impatto. Lo studio ha portato gli scienziati a concludere che l’impatto sul nostro satellite ha portato alla liberazione di grandi quantità di materiale ricaduto poi sulla superficie lunare, così facendo, avrebbe seppellito la crosta primordiale del lato nascosto con i detriti per 5/10 chilometri. E non è tutto. Lo schianto inoltre potrebbe aiutarci a spiegare come mai il nostro Pianeta e il nostro satellite condividano grandi quantità di isotopi di potessio, terre rare e fosforo, portati presumibilmente dall’impatto.

La ricerca, intitolata “Are the Moon’s nearside‐farside asymmetries the result of a giant impact?”, è stata pubblicata sul Journal of Geophysical Research: Planets.

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