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La lotta al cambiamento climatico dovrà tenere conto dei bovini e dei loro parassiti

L’impatto degli allevamenti di bestiame in relazione alle emissioni di metano rischia di essere raddoppiato dalle infezioni parassitarie. Lo evidenzia uno studio pubblicato su Trends in Ecology: “Aumento del 52% dei livelli di metano se ogni animale si ammalasse”.
A cura di Valeria Aiello
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Il contrasto al cambiamento climatico passa dai bovini e dai loro parassiti: lo rileva un nuovo studio pubblicato sulla rivista Ecology & Evolution sull’impatto delle emissioni dovute ai bovini e altri animali da allevamento in caso di infezioni parassitarie. In particolare i livelli di metano, il gas serra più potente quando si tratta di riscaldare il pianeta (da 28 a 36 volte più pericoloso dell’anidride carbonica) potrebbero più che raddoppiare in considerazione delle malattie parassitarie che possono colpire gli animali.

Secondo le stime dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, le quantità di metano rilasciate nell’ambiente dal bestiame aumenteranno del 20% entro il 2050, una percentuale che potrebbe salire intorno al 52% in presenza di parassitosi. Questo perché, spiegano i ricercatori, le malattie dovute a parassiti possono portare a una serie di cambiamenti negli animali, che possono aumentare le emissioni di metano, e quindi accelerare il cambiamento climatico. “I parassiti che infettano il bestiame possono prosperare a temperature più calde – fanno notare i ricercatori – e questo è ancora più preoccupante perché potrebbe esserci un pericoloso ciclo vizioso tra cambiamento climatico, malattie parassitarie e maggiori emissioni di metano”.

Secondo i ricercatori, il rischio di un maggiore impatto delle emissioni di metano in caso di infezioni parassitarie del bestiame non viene tenuto in considerazione nel contrasto al cambiamento climatico. “Se ogni animale si ammalasse – calcolano gli autori dello studio – , le emissioni di metano dal bestiame aumenterebbero del 52% a livello globale”. Le stesse infezioni possono inoltre portare a una crescita più lenta delle bestiame, spostando in avanti la data di macellazione e determinando quindi maggiori emissioni di metano, nonché ridurre anche la produzione di latte, rendendola meno efficiente. “I risultati dello studio mostrano la necessità di ulteriori azioni per affrontare la crisi climatica – concludono la ricerca – . Queste potrebbero tradursi in una serie di vantaggi, con animali più sani e un mondo più sano per tutti noi”.

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