Effetti cancerogeni della carne rossa e lavorata: l’annuncio dell’OMS
Come anticipato nei giorni scorsi, oggi l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha annunciato ufficialmente l'inserimento della carne rossa nell'elenco delle sostanze cancerogene, insieme all'alcol, al fumo, all'arsenico e all'amianto definendola:
- "probably carcinogenic to humans" (probabilmente carcerogena per gli esseri umani) nella sua forma non trattata. In questo caso ci sono "prove limitate" che indichino che il consumo di carne rossa provochi il cancro negli umani e "forti prove" a supporto di un suo effetto cancerogeno. Questa corrispondenza è stata osservata in particolare per il carcinoma del colon-retto, ma anche per il tumore del pancreas e il carcinoma della prostata
- "carcinogenic to humans" (cancerogena per gli esseri umani) è invece la carne lavorata (bacon, salsicce e hamburger). In questo caso ci sono "prove sufficienti" che, per gli umani, il consumo provochi il carcinoma del colon-retto.
Secondo gli esperti, ogni 50 grammi di carne lavorata mangiati al giorno, il rischio di ammalarsi di carcinoma del colon-retto aumenta del 18%. In pratica, non è tanto il consumo di carne, quanto l'eccesso ad incrementare le probabilità di avere un tumore.
Tutti questi prodotti fanno parte dell'Enciclopedia dei Cancerogeni che raggruppa tutto ciò che, utilizzato in quantità varie, a seconda della sostanza, possa essere considerato causa attiva nello sviluppo di tumori. Nello specifico, l'alimento che ad oggi viene ufficialmente considerato cancerogeno è la carne rossa, utilizzata anche per le carni lavorate, come bacon, salsicce e hamburger.
Questi ultimi sono i cibi che rappresentano il segmento dei fast food che, secondo alcuni, potrebbe uscire sconfitto dalle dichiarazione dell'OMS. Nella realtà dei fatti però non è certo la prima volta che la comunità scientifica “accusa” la carne rossa di essere responsabile dello sviluppo di varie forme di cancro. Già in passato infatti alcune ricerche hanno sottolineato come l'abuso di proteine animali incrementi del 353% il rischio di ammalarsi o come una molecola dello zucchero, Neu5Gc, presente nei maiali, negli agnelli e nei manzi, stimoli l'infiammazione e la conseguente comparsa di tumori nei consumatori seriali di carne.
Si tratterebbe dunque dell'ennesima prova del potenziale cancerogeno della carne rossa che non necessariamente verrà presa in considerazione dai consumatori: per rendercene conto ci basta infatti considerate come il mercato del fumo e dell'alcol continuino ad avere i propri clienti, al di là del pericolo al quale questi, consciamente, vanno incontro.
Se il rischio tumori non dovesse bastare ai cittadini per convincersi a ridurre il consumo di carne, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, così come l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e il Centro Europeo per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (Ecdc), ricordano il rischio “antibiotico resistenza” legato al consumo di carne, ovvero come l'eccessiva quantità di farmaci somministrati agli animali di allevamento ci abbiano resi resistenti ad alcuni antibiotici, questo significa che semplici batteri, come la Salmonella, l'Escherichia Coli o lo Staphylococcus aureus ora potrebbero essere pericolosi per la nostra salute.
Lo studio, intitolato "Carcinogenicity of consumption of red and processed meat", è stato pubblicato oggi su The Lancet Oncology.