La carenza di sabbia mette a rischio la produzione di fiale di vaccino anti Covid
Lo sforzo produttivo di miliardi di dosi di vaccini anti-Covid in tempi brevissimi potrebbe essere messo a dura prova dalla carenza di una risorsa insospettabile, la sabbia. Il consumo di questa materia prima, la più sfruttata dopo l’acqua, sta crescendo a un ritmo incontrollato in tutto il mondo, alimentato dalla sempre maggiore richiesta del settore delle costruzioni per produrre mattoni, vetro, cemento e asfalto, ma anche dell’industria tecnologica che la utilizza per realizzare laptop, smartphone e microchip di silicio. Il solo settore delle costruzioni impiega fino a 50 miliardi di tonnellate di sabbia l’anno, con una domanda destinata a salire per la richiesta di fiale di vetro medicale che serviranno a contenere i nuovi vaccini.
Gli esperti prevedono che la domanda di fiale aumenterà da uno a due miliardi nei prossimi due anni, mettendo ulteriormente sotto pressione la crescente carenza di sabbia. “Anche se il vaccino viene confezionato in fiale da dieci dosi, saranno comunque necessarie centinaia di milioni di fiale” ha spiegato James Robinson, vice presidente del comitato consultivo scientifico per la Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (CEPI), un’organizzazione internazionale per la coordinazione dei finanziamenti e la ricerca di vaccini contro le malattie infettive emergenti. Janssen, la divisione di Johnson & Johnson che ha sviluppato uno dei vaccini anti-Covid che ha ottenuto l’autorizzazione all’uso di emergenza negli Stati Uniti e, a giorni, la potenziale approvazione da parte dell’EMA per l’Europa “[ha] già preordinato 250 milioni di fiale, e questo potrebbe essere tutto ciò che al momento è disponibile – ha detto Robinson al sito FiveThirtyEight.com – . “Stiamo cercando di procurarci altri 200 milioni”.
La carenza di materia prima è difficile da credere, pensando alle enormi distese desertiche che costituiscono un terzo del Pianeta, ma la sabbia che viene utilizzata per le costruzioni e il vetro medicale non è quella che si trova sulle dune, a causa della forma troppo liscia e arrotondata dei suoi granelli. L’estrazione si concentra su ambienti più fragili, come fiumi, coste e fondali marini, in particolare in alcune zone dell’India e della Cina, dove si sta già osservando un grave impatto sugli ecosistemi, con crescenti problemi ambientali e di sostenibilità.
“Pensiamo che la sabbia sia ovunque e non avremmo mai immaginato di finirla, ma in alcune parti del mondo questo si sta già verificando” ha detto Pascal Peduzzi, climatologo del Programma sull’Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), durante un webinair ospitato dal think tank Chatham House e ripreso dalla CNBC. “Se non guardiamo avanti, se non prevediamo cosa potrà accadere, avremo enormi problemi di disponibilità ma anche di pianificazione del territorio”. Una carenza imminente potrebbe dunque limitare la produzione di qualsiasi cosa e ritardare la produzione delle fiale necessarie per conservare e distribuire le dosi di vaccino in tutto il mondo.