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La bellezza è davvero negli occhi di chi guarda: è scientificamente soggettiva

Gli scienziati hanno studiato la nostra percezione della bellezza secondo specifiche caratteristiche facciali e sono giunti alla conclusione che ciò che ci piace è soggettivo e influenzato dalla personalità. Vediamo insieme come sono giunti a questa conclusione gli esperti italiani e cosa hanno scoperto.
A cura di Zeina Ayache
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La bellezza è soggettiva, adesso a dimostrarlo è la scienza grazie ad uno studio italiano che ha analizzato la nostra percezione della bellezza attraverso alcuni algoritmi. Vediamo insieme cosa c’è da sapere sulla conferma che la bellezza è negli occhi di chi guarda.

Per capire come le persone percepiscano la bellezza, visto e considerato che i canoni estetici variano da cultura a cultura e nell’arco del tempo, gli scienziati del Dipartimento di Fisica della Sapienza hanno optato per un metodo d’indagine alternativo che sfrutta le tecniche di inferenza statistica per lo studio quantitativo di questo fenomeno.

In pratica gli esperti, attraverso algoritmi di deformazioni delle immagini e algoritmi genetici, hanno mostrato ai partecipanti alcune immagini che hanno consentito loro di ‘scolpire’ la variante preferita di un volto di riferimento, “navigando attraverso “aree preferite” e convergendo su caratteristiche specifiche all’interno del cosiddetto face-space o spazio del viso”.

Così facendo, è stato possibile determinare le caratteristiche facciali che risultano “ significativamente più differenti nei volti scolpiti da uomini o da donne”, quindi le donne preferiscono un volto più largo, mentre gli uomini un volto con occhi grandi, zigomi alti, minor area mascellare, nasi più stretti e corti.

Considerate le differenze tra maschi e femmine e analizzando le distanza facciali, gli esperti sono giunti alla conclusione che il nostro metodo di valutazione non si basa tanto sui singoli elementi facciali, ma sulla loro armonia, secondo criteri soggettivi.

Gli esperti spiegano che "I risultati dello studio sono compatibili con teorie sulla percezione della bellezza facciale secondo le quali il criterio estetico dei vari soggetti è influenzato dalla loro personalità e nel processo della percezione della bellezza è coinvolta l'inferenza di caratteristiche astratte (personality dimensions) che inconsciamente attribuiamo agli altri a partire dal loro volto".

Insomma, gli scienziati hanno dimostrato che la bellezza è davvero soggettiva: e meno male.

Lo studio, intitolato “Subjectivity and complexity of facial attractiveness”, è stato pubblicato su Scientific Reports.

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