L’olio di palma e i danni per la salute, l’ambiente e gli animali
In questi ultimi anni non si fa altro che parlare dell'olio di palma e dei danni che comporta all'ambiente, alla fauna che distrugge e alla nostra salute. La deforestazione che richiede, come fa sapere il WWF, porterà le foreste indonesiane a scomparire entro il 2020 e con loro, perderemo anche tutto l'ecosistema utile alla sopravvivenza delle popolazioni locali e della biodiversità che un tempo le caratterizzava. Ma perché quest'olio è così richiesto? E cosa possiamo fare per modificare il triste destino a cui vanno incontro queste foreste?
Dove troviamo l'olio di palma
Quando parliamo di olio di palma ci riferiamo all'ingrediente presente nella quasi totalità dei cibi pronti che acquistiamo nei supermercati, quindi merendine, snack dolci e salati, gelati e panini. E non solo. L'olio di palma è utilizzato anche nella fabbricazione di prodotti per l'igiene della persona (creme, saponi, detergenti), di oggetti di metallo, plastica, gomma, ma anche nei tessili, nella vernice e nella carta. Insomma, sembrerebbe che la quasi totalità dei prodotti che acquistiamo sia composta, anche solo in minima parte, di olio di palma o di suoi derivati. Questo ci mette nell'ottica di comprendere quante piantagioni siano necessarie per soddisfare la domanda delle aziende che ne fanno uso. Quello di palma è un olio vegetale saturo non idrogenato, ricavato dalla palme da olio, in particolare dalla Elaeis Guineensis, e apprezzato per la consistenza cremosa che conferisce agli alimenti nei quali viene utilizzato. Essendo insapore e inodore, non copre il prodotto originario, ma ne esalta il gusto. Ma non sono questi, o meglio non solo questi, i motivi per i quali le aziende hanno iniziato a sostituire il più pregiato burro con l'olio di palma, bensì il suo basso costo di produzione. Basso in termini economici, ma altissimo se pensiamo ai danni che provoca al nostro pianeta, animali, piante e esseri umani inclusi.
Danni per l'ambiente e gli animali
Come dicevamo, la palma da olio utilizzata è la Elaeis Guineensis che viene coltivata principalmente in Indonesia e in Malesia, stiamo parlando dell'87% della produzione mondiale di olio di palma, dove le piantagioni vanno a sostituire le foreste tropicali vergini, un tempo celebri per la biodiversità di cui erano caratterizzate: in pratica, le foreste vengono rase al suolo, il terreno viene incendiato, con conseguente rilascio di anidride carbonica, e successivamente piantato con palme da olio. Questo stravolgimento non comporta solo l'abbattimento di un vero e proprio polmone verde del nostro pianeta, ma anche un conseguente danno per gli animali che lo abitavano. Parliamo di oranghi, rinoceronti e tigri, in particolare quelle di Sumatra, che oggi si ritrovano senza ‘casa' e inseriti nell'elenco degli animali in via di estinzione a causa dell'inquinamento dell'uomo.
Danni per la salute dell'uomo
Ai molti ai quali non importa del danno ambientale e della triste fine a cui vanno incontro ogni giorno i pochi esemplari di oranghi, rinoceronti e tigri rimasti, forse interessa sapere che, come comunicato dalla Società italiana di diabetologia, l'olio di palma è un vero e proprio grasso nocivo per la nostra salute, se assunto in grandi quantità. I ricercatori hanno dimostrato infatti che la proteina p66Shc, abbondante nelle diete ricche di grassi (palmitato), provoca l'aumento dell'apoptosi, quindi la morte cellulare programmata, distruggendo le cellule beta pancreatiche, responsabili della produzione dell'insulina: questo non permette all'organismo di assimilare gli zuccheri e comporta lo sviluppo del diabete di tipo 2. I test effettuati hanno inoltre dimostrato come i soggetti privati del gene che produce la p66Shc presentassero una maggiore longevità.
Etichette e futuro
Nella consapevolezza che qualsiasi alimento assunto in quantità eccessive possa provocare danni alla nostra salute e che l'olio di palma sia presente in praticamente tutto ciò che mangiamo, una nuova legge emanata dall'UE dovrebbe permetterci di nutrirci consapevolmente. Secondo quando previsto, le etichette dei prodotti alimentari devono specificare il tipo di olio impiegato. La dicitura “grassi e oli vegetali”, finora utilizzata, deve essere sostituita per permettere ai consumatori di conoscere nel dettaglio gli ingredienti utilizzati che, guarda caso, nella maggior parte riguardano proprio l'olio di palma.
Olio di palma sostenibile
Nel 2004 è nata la Tavola Rotonda per l'olio di palma sostenibile, conosciuta come RSPO, che ha come obiettivo la produzione di olio di palma ottenuto da piantagioni sostenibili. Molti sono i marchi che hanno aderito a questo progetto, come ad esempio Ferrero, ma attualmente non bastano poiché l'offerta di questo tipo di piantagioni non riesce a coprire la domanda. Inoltre, non tutti sono convinti dell'efficacia della RSPO, prima fra tutti Greenpeace che nel rapporto “Certificando la distruzione” denuncia il lato oscuro di questa tavola rotonda. Non è semplice prevedere i danni futuri che questo tipo di alimento comporterà per la nostra salute, mentre è molto chiaro il destino a cui vanno incontro le foreste indonesiane e malesiane e gli animali e le popolazioni che le abitano, se non interverremo in tempo.