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L’analisi del capello rivela cosa mangi (ma anche quanto guadagni)

I ricercatori dell’Università dello Utah hanno scoperto una relazione tra le tracce chimiche delle sostanze contenute nel capello e la situazione socio-economica delle persone: “Non immaginavamo si potesse addirittura stimare il costo medio del parrucchiere”.
A cura di Valeria Aiello
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L’analisi del capello è uno specchio di cosa mangiamo. L’esame può rivelare cosa abbiamo consumato anche a diversi mesi di distanza, fornendo una sorta di tracciato storico del nostro stato di salute. Lo sanno bene gli atleti e gli sportivi professionisti che spesso fanno ricorso a questa indagine per difendersi da eventuali accuse di doping e dimostrare di non aver assunto integratori o sostanze vietate. Ma un team di ricercatori dell’Università dello Utah ha addirittura scoperto che attraverso l’analisi è possibile stimare la situazione socio-economica di una persona. I risultati della loro ricerca, pubblicati su PNAS, hanno infatti messo in luce la presenza di specifiche tracce chimiche nei capelli dei meno abbienti. “Non immaginavamo che si potesse persino stimare il costo medio del parrucchiere” hanno ammesso i ricercatori.

Il capello rivela cosa mangi (ma anche quanto guadagni)

Lo studio è stato condotto sui capelli di 684 persone di 65 diverse località degli Stati Uniti, in gran parte residenti nella Valle del Lago Salato dello Utah. L’esame ha permesso di identificare le loro abitudini alimentari attraverso la concentrazione degli isotopi del carbonio presenti nei capelli “che riflettono quelle riscontrate in diversi prodotti alimentari” ha affermato il biologo James Ehleringer, primo autore della ricerca. Le analisi hanno rivelato che le proteine di origine animale, come quelle contenute in carne e latticini, rappresentavano in media il 57% della dieta degli statunitensi. “Poiché i cibi veloci sono ben conosciuti come una fonte significativa di nutrienti derivati da animali di allevamento nutriti a base di mais, non è irragionevole supporre che una parte significativa delle proteine di origine animale provenga da pasti consumati fuori casa” spiegano i ricercatori.

Lo studio inoltre ha suggerito che la percentuale di proteine animali era più alta (75%) nelle persone che versavano in una situazione socio-economica peggiore, come misurato dal costo della vita e dalle loro informazioni sul reddito. Incrociando poi i dati con l’indice di massa corporea, i ricercatori hanno evidenziato che i rapporti isotopici, che indicavano una maggiore percentuale di proteine animali nella dieta, erano correlati a più alti tassi di obesità.

C’era anche una relazione tra il costo di un taglio di capelli e gli isotopi di carbonio con i tagli di capelli più economici nelle aree in cui le persone avevano più alti tassi di proteine alimentari nella loro dieta. In precedenza il professor Ehleringer ha già sviluppato un’analisi simile per risalire agli spostamenti delle persone attraverso la concentrazione degli isotopi dell’ossigeno e dell’idrogeno presenti nel capello e che variano in base all’acqua potabile delle diverse località. “Un potenziale strumento per investigatori e detective che indagano sulla scena del crimine per identificare i corpi e rintracciare i colpevoli”.

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