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Italiani creano per la prima volta neuroni specializzati per la cura dell’ictus

Un team di ricerca coordinato da studiosi della Scuola Normale Superiore di Pisa ha creato per la prima volta neuroni specializzati, partendo da cellule staminali embrionali di topo. Queste cellule nervose ottenute anche nell’uomo potrebbero rivoluzionare le cure dell’ictus e di altre patologie che colpiscono il sistema nervoso.
A cura di Andrea Centini
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Scienziati italiani hanno creato in laboratorio per la prima volta cellule nervose specializzate, un traguardo storico che potrebbe aprire le porte a cure rivoluzionarie per patologie del sistema nervoso come l'ictus. Ad esempio, questi neuroni potrebbero essere utilizzati per rimpiazzare le cellule morte e ripristinare la completa mobilità di braccia e/o gambe compromessa dall'attacco ischemico. In altri termini, c'è una speranza di completa guarigione per chi viene colpito dalle invalidanti conseguenze dell'ictus ma non solo. A mettere a punto queste cellule specializzate, legate a stimoli motori e sensoriali, un team di ricerca coordinato dal dottor Federico Cremisi del Laboratorio di Biologia presso la Scuola Normale Superiore (Bio@SNS) di Pisa e da Michèle Studer dell’Università di Nizza (Francia).

Ma come hanno fatto a sviluppare queste cellule? Gli scienziati sono partiti da cellule staminali embrionali dei topi, e attraverso la modulazione del Fattore di Crescita dei Fibroblasti (FGF) – cioè peculiari proteine in grado di stimolare la proliferazione cellulare – sono riusciti a guidarne lo sviluppo sino a ottenere esattamente ciò che desideravano. Nello specifico, hanno creato cellule caratteristiche della corteccia frontale anteriore (con funzione motoria) e cellule della corteccia frontale posteriore con funzione sensoriale. Come indicato, si tratta di un traguardo importantissimo, dato che fino ad oggi erano stati ottenuti solo neuroni generici.

Al momento le cellule derivano da staminali embrionali di topo, ma naturalmente l'obiettivo degli scienziati è riuscire svilupparle anche per l'essere umano. Come sottolineato dal dottor Cremisi al quotidiano Il Tirreno, “occorrono tre anni e 100mila Euro per completare lo studio che conclude la ricerca durata otto anni”.  “Basta partire per arrivare a una soluzione che risolverebbe uno dei problemi più grandi delle malattie di questi anni”, ha aggiunto il ricercatore, il cui team all'inizio dell'anno aveva già sviluppato in vivo specifiche connessioni neurali della corteccia cerebrale e dell'ippocampo, sempre partendo da neuroni ottenuti da cellule staminali embrionali di topo. I risultati della promettente ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica specializzata StemCells.

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