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Influenza, sintomi e complicanze della malattia infettiva: come sarà quella di quest’anno

La stagione influenzale 2018-2019, secondo le stime dei virologi, sarà di intensità media e farà finire sotto le coperte almeno 5 milioni di italiani. Febbre alta, dolori muscolari e articolari, naso chiuso, tosse e mal di testa sono tutti i sintomi che dovremo aspettarci dalla nuova epidemia, da non confondere con le sindromi parinfluenzali che stanno colpendo in questi giorni a causa degli sbalzi di temperatura.
A cura di Andrea Centini
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La stagione influenzale 2018-2019 che prenderà “ufficialmente” il via nei prossimi giorni – con la distribuzione delle vaccinazioni in Italia – secondo gli esperti avrà un'intensità media, non raggiungendo i picchi di contagi registrati in alcuni degli scorsi anni. Sulla base delle indicazioni rilasciate dal virologo Fabrizio Pregliasco, docente presso il Dipartimento di scienze biomediche per la salute dell'Università degli Studi di Milano, è attesa un'epidemia che porterà al letto non meno di 5 milioni di italiani. Quali sintomi dobbiamo aspettarci? E quali sono le possibili complicanze della malattia?

Innanzitutto è doveroso distinguere l'influenza dalle sindromi parainfluenzali, che in questi giorni hanno colpito già 120mila italiani. Gli sbalzi di temperatura legati al passaggio dall'estate all'autunno e i ricambi d'aria meno frequenti nei luoghi chiusi favoriscono l'invasione delle nostre via aeree superiori da parte dei patogeni, catalizzando l'insorgenza delle patologie. Si è innanzi alla vera influenza quando si manifestano tre condizioni ben precise: febbre alta (al di sopra dei 38°) e repentina; sintomi sistemici come i dolori ai muscoli (mialgie) e alle articolazioni; e naturalmente sintomi respiratori, alla stregua di tosse, mal di gola, naso chiuso che cola (rinorrea) e via discorrendo. Anche le cefalee sono un sintomo influenzale tipico.

Il vomito e la nausea sono comuni nei bambini e molto più rari negli adulti. I sintomi possono essere molto lievi ma anche gravi, con conseguenze potenzialmente fatali nei soggetti a rischio (ma non solo, tenendo presenti i devastanti effetti della pandemia di “spagnola” del 1918). Tra le complicanze vi sono polmoniti virali e batteriche, peggioramento di malattie preesistenti (come l'asma) e un aumento del rischio cardiologico. È per questa ragione che il vaccino è fortemente raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nelle categorie a rischio, come diabetici, cardiopatici, affetti da malattie croniche che possono peggiorare e tutti gli over 65. In realtà il vaccino è indicato praticamente a tutti, poiché in questo modo oltre a diminuire il rischio di ammalarsi e passare diversi giorni a letto si evita di fare da “untori”.

L'influenza è provocata da virus della famiglia degli Orthomyxoviridae, noti per essere estremamente mutevoli. Questa è la ragione per cui il vaccino va fatto ogni anno, avendo a che fare con ceppi di vario tipo e con un livello più o meno superiore di mutazioni. Se ad esempio sono molto simili a quelli dell'anno precedente e poco mutati, l'immunità risulta indubbiamente superiore. Per quest'anno possiamo ritenerci parzialmente fortunati: nel vaccino quadrivalente di quest'anno, che rispecchia le stime sui virus circolanti nella stagione influenzale, troviamo due “novità” e due vecchie conoscenze della passata stagione. L'antigene analogo al ceppo AH3N2/Singapore prende il posto del ceppo A/HongKong/4801/2014, e il B/Colorado sostituisce il B/Brisbane/60/2008; restano invece invariati l'AH1N1 Michigan e il famigerato B/Yamagata, lo spauracchio dello scorso anno, che essendo stato sottostimato ha provocato un grande numero di contagi.

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