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In Francia tornano alla luce gli archivi meteo del 1800

Un piccolo tesoro riemerso da alcuni ambienti di Fontainebleau che erano chiusi dal 2005. Annotazioni meteo che partono dal 1797 per arrivare fino al 1960: una risorsa utilissima per gli studiosi che si occupano dei cambiamenti climatici.
A cura di Nadia Vitali
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Un piccolo tesoro, riemerso casualmente da alcuni ambienti di Fontainebleau che erano chiusi dal 2005. Annotazioni meteo che partono dal 1797 per arrivare fino al 1960, una risorsa utilissima per gli studiosi che si occupano dei cambiamenti climatici.

Tra le varie annotazioni sulle condizioni climatiche, c'è anche quella redatta da un soldato, allora sconosciuto al pari di tutti gli altri, che svolgeva il suo servizio di leva obbligatoria: il suo nome era Jean-Paul Sartre e la scheda risale ai primi del ‘900. Basterebbe ciò a fare di questi quattordici quaderni, su cui sono stati quotidianamente registrati i rilievi meteorologici a partire dal 1797 e fino al 1960, un piccolo gioiello; ma, in verità, gli archivi meteo venuti alla luce di recente costituiscono anche una vera e propria risorsa scientifica per tutti gli studi riguardanti il clima ed i suoi mutamenti.

Circa 2 chilometri di fogli, fittamente riempiti da inchiostro nero con dettagli di tempeste e burrasche, forza e direzione dei venti, pressione atmosferica e frequenza delle piogge; ma anche previsioni, atlanti climatici ed osservazioni di ogni genere, il tutto custodito negli edifici degli archivi di Fontainebleau, all'interno di alcuni locali di cui, nel 2005, si era disposta la chiusura a causa dell'amianto. Indispensabili alla luce dell'importanza che la ricerca sui cambiamenti climatici sta acquisendo, divenendo una vera e propria urgenza: attraverso queste migliaia di dati, sarà possibile ricostruire una storia degli eventi estremi (tempeste violente o siccità) della Francia e di quei territori che furono le colonie dello stato europeo.

Conoscendo dettagliatamente gli avvenimenti del passato sarà possibile valutare accuratamente come la naturale variabilità del clima si combina con il «segnale antropico» costituito dalle emissioni di gas serra nell'atmosfera, come ha evidenziato Philippe Dandin, di Météo-France. Lo stesso ha sottolineato che le misurazioni più approfondite siano quelle a partire dal 1850, dato certamente riconducibile all'influenza di Napoleone III. Dopo una violenta tempesta in Crimea che costò alla Francia ben 38 imbarcazioni che finirono nelle profondità marine, infatti, l'Imperatore dei francesi riconobbe l'importanza delle previsione meteorologiche e incoraggiò grandemente le osservazioni in quella direzione, come ha ricordato Sylvie Le Clech, direttrice scientifica degli archivi di Fontainebleau, al quotidiano Le Figaro.

Per il momento, il lavoro di pulitura e messa in ordine di questa imponente mole di materiale è appena all'inizio; poi bisognerà catalogare e numerare tutte le schede al fine di poterle finalmente rendere disponibili per la comunità scientifica, ma anche per il grande pubblico. Il progetto, che ha già trovato uno sponsor, sarà inquadrato in un discorso generale relativo alla responsabilità sociale ed ambientale delle imprese e dei cittadini, per sensibilizzare l'opinione pubblica al tema dei mutamenti climatici che, ormai, è diventata questione di primo piano per chiunque abbia a cuore il futuro del pianeta.

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