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Covid 19

Il vaccino Covid di Moderna protegge da 6 varianti a 6 mesi dalla seconda dose

Lo dimostrano i risultati di un nuovo studio sulle varianti Alfa, Beta, Gamma, Delta, Epsilon e Iota del coronavirus: “Il livello di anticorpi indotto dal ciclo vaccinale completo risulta rilevabile a sei mesi nella maggior parte dei soggetti vaccinati”.
A cura di Valeria Aiello
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A sei mesi dalla seconda dose, il vaccino a mRNA di Moderna è ancora in grado di proteggere da almeno sei varianti virali di Sars-Cov-2. È quando emerge da un nuovo studio condotto da un team di ricerca statunitense che ha coinvolto anche l’Istituto Nazionale per le Allergie e Malattie Infettive (NIAID), i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science.

I nuovi dati sulla durata della protezione supportano l’efficacia del 93% osservata nello studio di fase 3 a 6 mesi, indicando che dopo metà anno dalla seconda dose il livello di anticorpi indotto dalla vaccinazione risulta rilevabile contro le varianti Alfa (B.1.1.7), Beta (B.1.351), Gamma (P.1), Delta (B.1.617.2), Epsilon (B.1429) e Iota (B.1.526), oltre che contro il virus originario.

In particolare, gli anticorpi contro le varianti sono persistiti nella maggior parte dei vaccinati, anche se nel tempo è stata osservata una diminuzione rispetto al picco di risposta alla seconda dose. Questa tendenza verso livelli più bassi, spiega Moderna in una nota, è stata osservata nelle persone più anziane durante i sei mesi, anche se la differenza è risultata marginale, con sovrapposizione tra gruppi di età. “È importante sottolineare – precisa l’azienda di biotecnologie – che molti soggetti nel gruppo più anziano hanno mantenuto l’attività neutralizzante contro le varianti sei mesi dopo la seconda dose di vaccino”.

Per lo studio, i ricercatori hanno utilizzato diversi approcci analitici (tre saggi funzionali e due saggi di legame) per valutare la risposta degli anticorpi alla proteina Spike di Sars-Cov-2. “L’attività anticorpale indotta dalla vaccinazione contro le varianti di Sars-Cov-2 – evidenziano gli studiosi – è persistita sei mesi dopo la seconda dose, sebbene a livelli ridotti rispetto al ceppo originario, con più della metà dei soggetti che hanno mantenuto un’attività neutralizzante contro la variante B.1.351 (Beta, ex sudafricana, ndr)”. Ad ogni modo, dopo metà anno, i ricercatori hanno comunque osservato “un alto livello di anticorpi di legame nei confronti di tutte le varianti testate, inclusa la Beta, in tutti i soggetti testati”.

Questi dati – ha affermato Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna – supportano l’efficacia duratura del 93% osservata a sei mesi e ci aspettiamo che contribuiscano a definire gli approcci delle agenzie regolatorie su come e quando somministrare ulteriori dosi di richiamo”.

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