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Covid 19

Il vaccino contro il coronavirus “solo se sicuro ed efficace”: l’impegno di 9 società farmaceutiche

Frenata congiunta dei più grandi produttori di farmaci, determinati a sostenere l’integrità della sperimentazione sull’uomo: “Qualsiasi potenziale vaccino arriverà solo dopo ampi e rigorosi studi clinici”.
A cura di Valeria Aiello
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Il vaccino contro il coronavirus arriverà davvero entro la fine dell’anno? O sarà addirittura disponibile, come annunciato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, in “tempi record”, ovvero prima del giorno delle elezioni del 3 novembre? Le principali società farmaceutiche che, al momento, sono più avanti nella sperimentazione frenano gli entusiasmi, determinate a sostenere l’integrità degli studi clini e proporre un vaccino solo quando sarà stato attentamente verificato in termini di sicurezza ed efficacia. È notizia di oggi che AstraZeneca, l’azienda farmaceutica che aveva già concluso i primi accordi per la produzione di milioni di dosi del potenziale vaccino sviluppato dall’Università di Oxford, il cui vettore virale è stato messo a punto dall’Irbm di Pomezia, ha momentaneamente sospeso i test sull’uomo dopo che uno dei partecipanti alla sperimentazione ha accusato una potenziale reazione avversa.

L'impegno di nove società farmaceutiche

Sullo sviluppo del vaccino contro il coronavirus la pressione è enorme e ogni segnale che arriva dai test è vagliato con particolare attenzione. Una corsa che i più grandi produttori di farmaci temono possa minare la fiducia sull’uso di qualsiasi potenziale formulazione che verrà approvata, motivo per cui hanno rilasciato una dichiarazione congiunta nella quale affermano che “il vaccino non arriverà fino a quando non sarà accuratamente controllato”. Le aziende non hanno escluso la richiesta di un’autorizzazione per l’uso di emergenza ma hanno promesso che qualunque potenziale prodotto verrà definito sulla base di “ampi e rigorosi studi clinici” e sotto la guida delle agenzie di regolamentazione dei farmaci.

Riteniamo che questo impegno contribuirà a garantire la fiducia del pubblico nel rigoroso processo scientifico e normativo mediante il quale i vaccini anti-Covid-19 vengono valutati e possono essere infine approvati” hanno affermato le società. La dichiarazione è stata accolta positivamente da alcuni esponenti della comunità scientifica, ritenendo che l’annuncio, in un momento in cui sta crescendo lo scetticismo, possa attenuare i timori. “C’è assolutamente un disperato bisogno di questo vaccino – dice a The New York Times la dottoressa Judith Feinberg, vicepresidente per la ricerca in medicina presso la West Virginia University di Morgantown, negli Usa – . Apprezzo il fatto che nove grandi produttori di vaccini abbiamo dichiarato che non faranno nulla di prematuro nonostante le forti pressioni”.

Alcune delle diverse compagnie che hanno firmato la dichiarazione congiunta si trovano già in fase avanzata della sperimentazione: oltre ad Astrazeneca che, in maniera trasparente, ha annunciato oggi il problema, anche Pfizer e Moderna che stanno conducendo studi clinici di fase 3. Pfizer, che nel corso dell’ultima settimana ha ribadito più volte che potrebbe chiedere l’autorizzazione all’uso di emergenza già ad ottobre, ha dichiarato attraverso il suo amministratore delegato, il dottor Albert Bourla, che la richiesta non comporterà che la formulazione sarà disponibile al pubblico entro la fine del prossimo mese. Meno specifica Moderna che sta testando il vaccino sviluppato con i National Institutes of Heath e che ha affermato di aver leggermente rallentato le iscrizioni per includere più partecipanti alla sperimentazioni nelle zone più colpite da Covid-19. Le altre sei società che hanno sottoscritto la dichiarazione sono BioNTech, che sta sviluppando il vaccino in collaborazione con Pfizer, GlaxoSmithKline, Johnson & Johnson, Merck, Novavax e Sanofi.

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