Il trattamento al plasma freddo elimina il coronavirus dalle superfici in appena 30 secondi
L’applicazione di una tecnologia che sfrutta il plasma freddo a pressione atmosferica potrebbe rappresentare una svolta significativa nella lotta al nuovo coronavirus. A dimostrare l’efficacia dell’applicazione di questo tipo di trattamento che, seppur non ancora diffuso su larga scala, sta prendendo sempre più piede nell’ambito industriale e sanitario, sono i ricercatori dell’Università della California di Los Angeles (UCLA) che hanno voluto dimostrare come il plasma freddo operante a pressione atmosferica e a temperatura ambiente sia in grado di inattivare il virus Sars-Cov-2 in modo sicuro ed efficace da un’ampia gamma di superfici contaminate, tra cui plastica, metallo, cartone e pellami.
Nello specifico, i ricercatori hanno osservato che il trattamento con plasma freddo a pressione atmosferica ha permesso di decontaminare le superfici dopo appena 30 secondi di esposizione. “Il plasma – spiegano gli studiosi nello studio pubblicato sulla rivista Physics of Fluids – è uno dei quattro stati fondamentali della materia (cioè solido, liquido, gassoso e plasma) ed è stato chiamato così perché le specie cariche che formano il plasma si comportano in modo analogo alle componenti cellulari che si trovano nel plasma sanguigno”. Il plasma può essere ottenuto riscaldando un gas neutro oppure sottoponendolo a un forte campo elettromagnetico e l’applicazione di questa tecnologia ha dimostrato di poter essere efficace anche nel trattamento contro il cancro, nella guarigione delle ferite, nell’odontoiatria e in altre applicazioni mediche.
Nello studio, i ricercatori hanno utilizzato un getto di plasma a pressione atmosferica alimentato ad argon, indicando che “il trattamento ha inattivato le particelle di Sars-Cov-2 presenti su sei diverse superfici (plastica, metallo, cartone e cuoio per palloni da pallacanestro, calcio e baseball) in meno di 180 secondi e, in particolare, le superfici metalliche hanno mostrato la decontaminazione dopo 30 secondi di trattamento”. Ulteriori test hanno indicato che il virus è stato inattivato in tempi simili anche sul cotone delle mascherine facciali.
A detta dei ricercatori, i risultati dello studio indicano il grande potenziale di questa tecnica nel contrastare la diffusione del virus attraverso il contatto con superfici contaminate. “Questo è solo l'inizio – ha dichiarato Richard Wirz del Dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale dell’UCLA – . Siamo molto fiduciosi e abbiamo aspettative molto alte riguardo all’applicazione del trattamento al plasma”. Zhitong Chen, primo autore della ricerca, ha affermato che il gruppo di lavoro sta sviluppando un dispositivo compatto, basato su questa tecnologia, che potrebbe essere ampiamente utilizzato su diverse superfici. “Rappresenta un’opzione più sicura e pulita rispetto all’uso di prodotti chimici o altri trattamenti. Tutto ciò che utilizziamo deriva esclusivamente dall’aria, senza danneggiare l’ambiente”.