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Il “Sole artificiale” cinese batte un nuovo record: raggiunti 120 milioni di gradi per 101 secondi

Il plasma all’interno dell’Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST), il cosiddetto “Sole artificiale cinese”, grazie alla fusione nucleare controllata ha raggiunto i 120 milioni di gradi Celsius per 101 secondi, arrivando a 160 milioni di gradi Celsius per 20 secondi. Si tratta di una pietra miliare nello sviluppo di un reattore a fusione stabile, in grado di produrre enormi quantità di energia pulita.
A cura di Andrea Centini
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Il “Sole artificiale” cinese, un gigantesco dispositivo progettato per simulare la fusione nucleare che avviene nel cuore della nostra stella, ha raggiunto un nuovo, impressionante record. La temperatura del plasma che vortica all'interno dell'Experimental Advanced Superconducting Tokamak (EAST) ha infatti raggiunto i 120 milioni di gradi Celsius per 101 secondi, mentre per 20 secondi ha toccato i 160 milioni di gradi Celsius. Si tratta di un risultato estremamente promettente nello sviluppo di un avveniristico reattore a fusione stabile, in grado di fornire enormi quantità di energia pulita, con pochissimi residui radioattivi.

L'obiettivo degli scienziati cinesi, infatti, è quello di trovare un'alternativa alle fonti energetiche basate sui combustibili fossili, sfruttando lo stesso processo che innesca la fusione nucleare nelle stelle. In parole semplici, nel Sole attraverso le reazioni di fusione l'idrogeno viene trasformato in elementi più grandi come l'elio. Poiché la stella ha una forza di gravità sensibilmente superiore a quella terrestre, questo processo si verifica a temperature molto più basse (il nucleo del Sole ha una temperatura di 15 milioni di gradi). Sulla Terra sono necessari potentissimi generatori e bobine magnetiche che trattano e “imprigionano” il plasma surriscaldato nel dispositivo cilindrico Tokamak, spingendolo a raggiungere le infernali temperature necessarie per innescare la fusione degli atomi di idrogeno.

Per comprendere quanto possa essere efficiente la fusione nucleare controllata, basti sapere che la quantità di un isotopo dell'idrogeno (il deuterio) contenuta in un litro di acqua di mare è sufficiente a produrre tanta energia quanto alcune centinaia di litri di benzina. Il problema, al momento, è che per far funzionare un dispositivo come il Tokamak – che è installato presso l'Hefei Institutes of Physical Sciences dell'Accademia cinese delle scienze – serve un enorme quantità di energia, pertanto gli scienziati dovranno trovare un equilibrio tra energia prodotta e quella necessaria per far funzionare un simile reattore a fusione.

Al momento, comunque, si tratta solo un progetto sperimentale. Come spiegato a Global Times dal professor Li Miao, direttore del Dipartimento di fisica della Southern University of Science and Technology di Shenzhen, aver raggiunto i 120 milioni di gradi Celsius per 101 secondo è una pietra miliare nel percorso per mantenere a lungo e stabilmente la temperatura necessaria alla fusione. Il professor Lin Boqiang, direttore del China Center for Energy Economics Research dell'Università di Xiamen, ha affermato che questa tecnologia potrà offrire enormi vantaggi economici una volta applicata su scala commerciale, ma ci vorranno ancora decenni prima che possa uscire da un laboratorio.

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