Il segreto creativo di Leonardo da Vinci: aveva il disturbo dell’attenzione ed iperattività
Leonardo da Vinci aveva il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività e questo spiegherebbe perché spesso non portava a termine i suoi lavori. Questa è l’ipotesi del professore Marco Catani del prestigioso King's College di Londra che, attraverso una sua ricerca, ci spiega il perché di questa diagnosi. Vediamo perché Leonardo da Vinci potrebbe aver avuto il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività.
ADHA, cos’è il disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività. L’ADHD, o disturbo da deficit dell’attenzione ed iperattività, è un disturbo comportamentale caratterizzato da procrastinazione continua, dall'incapacità di completare i compiti, dal vagare nella mente e dall'inquietudine del corpo e della mente. Se l’ADHA in passato veniva più comunemente riconosciuta nell'infanzia, ad oggi, sempre di più, viene diagnosticato tra gli adulti, compresi gli studenti universitari e le persone con carriere di successo.
Leonardo e i suoi lavori incompiuti. Analizzando la storia di Leonardo da Vinci, spiega Catani, salta all’occhio la quantità di lavori incompiuti, i documenti storici mostrano infatti che Leonardo ha dedicato molto temp, anche eccessivamente, a progetti di pianificazione, per i quali poi è mancata la perseveranza. L'ADHD potrebbe spiegare questi aspetti del temperamento di Leonardo e il suo strano genio. Sempre osservando quella che è la documentazione storica relativa ad uno dei più grandi geni di sempre, emerge la difficoltà di Leonardo nel rispettare i compiti fin dall’infanzia, era costantemente in movimento, spesso saltava da un’attività all’altra, proprio come molti di coloro che soffrono di ADHD, dormiva molto poco e lavorava continuamente notte e giorno alternando cicli rapidi di brevi pisolini.
Il cervello speciale di Leonardo. La figura di Leonardo da Vinci, il suo genio e la sua creatività, fanno pensare che il suo cervello funzionasse proprio in maniera diversa rispetto alla media, era mancino, probabilmente dislessico e la parte dominante del suo cervello era quella destra: tratti questi comuni tra le persone con ADHD. Catani sostiene che forse il lato più caratteristico e dirompente della mente di Leonardo era la sua vorace curiosità, che da un lato lo rendeva creativo, dall’altro lo portava a distrarsi.
La rivincita dell’ADHD. Siamo abituati a pensare che le persone con ADHD siano persone meno intelligenti, ma è un errore molto grave. In realtà, spiega Catani, che è specializzato nel trattamento di problemi del neurosviluppo come autismo e ADHD, la scienza ci dimostra che l'ADHD può avere effetti positivi, ad esempio il ‘vagabondaggio mentale’ può alimentare la creatività e l’originalità.
Lo studio, intitolato “Leonardo da Vinci: a genius driven to distraction”, è stato pubblicato su Brain.