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Il pericolo di contagio da Covid all’aperto è basso, ma non escluso: come minimizzare il rischio

Una buona ventilazione riduce la probabilità di esposizione alle goccioline respiratorie potenzialmente infette ma può non essere sufficiente durante conversazioni prolungate o lunghe permanenze in luoghi particolarmente affollati anche all’esterno. In queste circostanze è sempre importante indossare correttamente le mascherine, rispettare il distanziamento interpersonale e evitare gli assembramenti, specialmente nei luoghi dove l’aria può diventare stagnante o contaminata.
A cura di Valeria Aiello
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Stare all’aperto e in spazi con una buona ventilazione riduce il rischio di esposizione a goccioline respiratorie potenzialmente infette quando interagiamo o ci troviamo insieme ad altre persone. Questo perché nei luoghi dove l’aria espirata viene dispersa dalle correnti, la concentrazione di goccioline diminuisce, in misura maggiore all’aumento della distanza interpersonale. Un aspetto, quello del distanziamento, da non sottovalutare visto che a oltre un anno dallo scoppio della pandemia di Covid-19 è stato ben chiarito che il coronavirus Sars-Cov-2 si trasmette principalmente per via aerea tramite le goccioline grandi (droplet) e piccole (aerosol) emesse dalla bocca e dal naso quando parliamo, cantiamo, urliamo, oppure con un colpo di tosse, uno starnuto o semplicemente respirando. Così come è ormai noto che queste goccioline e il loro carico di particelle virali possono viaggiare nell’aria per metri, per poi rimanere sospese da minuti ad ore in ambienti chiusi o poco ventilati.

Rischio minimo ma non escluso

È dunque palese che il rischio di contagio all’aperto e in spazi ben ventilati è molto più basso rispetto ai luoghi chiusi, a condizione che durante le interazioni con gli altri venga rispettata la giusta distanza interpersonale. “Sappiamo che questo virus si diffonde principalmente attraverso gli aerosol scambiati durante il contatto conversazionale ravvicinato (<1 metro), specialmente se le mascherine non sono indossate o non vengono indossate correttamente (cioè non coprono completamente naso e bocca) – ha osservato il virologo clinico Julian Tang, professore associato Università di Leicester, nel Regno Unito, sulla piattaforma Science Media Center – . La trasmissione del virus all’aperto è difficile da studiare, ma un’analisi epidemiologica su oltre 300 eventi di trasmissione in Cina non ha escluso il contagio all’aperto, sebbene abbia riscontrato un solo caso”.

Nel dettaglio, lo studio pubblicato lo scorso ottobre sulla rivista Indoor Air ha identificato “solo un focolaio esterno che ha coinvolto due casi si è verificato in un villaggio a Shangqiu, nell’Henan – indicano i ricercatori – . Un uomo di 27 anni ha avuto una conversazione all’aperto con una persona che era tornato da Wuhan il 25 gennaio 2020 e ha avuto l’insorgenza dei sintomi il 1° febbraio. Questo focolaio ha coinvolto solo due casi’.

Come ridurre il pericolo di contagio

Rispettare il distanziamento interpersonale, evitare gli assembramenti e soprattutto indossare correttamente le mascherine sono tutte norme volte a minimizzare il rischio di contrarre e diffondere il virus anche all’aperto, dunque a proteggere se stessi e gli altri dal contagio. E questo vale ancora di più quando non è possibile mantenere una distanza minima o evitare luoghi affollati o parzialmente chiusi, come le bancarelle di un mercato o le pensiline degli autobus, dove l’aria può diventare stagnante o contaminata. Il rischio principale, come detto, sono le goccioline respiratorie, per cui interazioni prolungate con altre persone o lunghe permanenze in luoghi particolarmente affollati, anche all’esterno, possono comunque risultare insidiosi.

“Stare in fila, ad esempio davanti a un supermercato, per un periodo prolungato di tempo e senza una sufficiente distanza dagli altri, espone le persone a un rischio sostanzialmente maggiore di diffondere o contrarre il virus rispetto al semplice passaggio sul marciapiede – ha affermato l’epidemiologo Keith Neal, professore emerito dell’Università di Nottingham, in Inghilterra – . In queste circostanze è sempre prudente indossare la mascherina ma è anche necessario un maggiore distanziamento. Meglio ancora sarebbe se ci fossero indicatori della distanza da tenere in coda, come nel supermercato in cui faccio la spesa. Non c’è bisogno di stare vicino alle persone, entrerai comunque nel negozio”.

Anche se siamo all’aperto ma ci sono altre persone intorno a noi, e se l’aria è relativamente stagnante “il rischio sarà maggiore, soprattutto se siamo fermi – ha aggiunto il dottor Shaun Fitgerald Freng, visiting professor presso la Royal Academy of Engineering presso l’Università di Cambridge – . Fare la fila a una bancarella del mercato che è aperta solo da un lato è molto diverso dal passare accanto a qualcuno o fare una passeggiata in riva al mare. Per questo sia all’aperto sia in ambienti dove l’aria è relativamente stagnante e dove si formano le code è sempre importante indossare una mascherina”.

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