Il nero più nero che c’è: ‘foresta’ di microscopici filamenti di carbone assorbe il 99.96% di luce
Creato il materiale più nero di sempre, è 10 volte più nero di quanto realizzato fino ad oggi. La notizia arriva dagli scienziati del MIT che ci spiegano come abbiamo fatto a dar vita al nero più nero che c’è e perché quanto sviluppato sia utile alla scienza. Vediamo insieme com’è fatto il materiale più nero che ci sia, quanta luce assorbe e come verrà utilizzato nello spazio.
Gli ingegneri del MIT annunciato di aver creato un materiale 10 volte più nero di qualsiasi cosa sia stata precedentemente realizzata di questo colore. Il materiale in questione è costituito da nanotubi di carbonio allineati verticalmente, o CNT, cioè filamenti microscopici di carbonio allineati come una ‘foresta’ sfocata di piccoli alberi, che gli esperti hanno creato su una superficie di foglio di alluminio inciso con cloro. La pellicola cattura che è nata da questa combinazione è in grado di assorbire oltre il 99,96% di luce.
Per presentarci il materiale più nero che ci sia, gli esperti del MIT hanno collaborato con l’artista Diemut Trebe e hanno preso un diamante giallo naturale da 16,78 carati, il cui valore stimato è di 2 milioni di dollari, e lo hanno rivestito con il materiale ultranero. L’effetto finale è stupefacente: la gemma, che normalmente è brillante e sfaccettata, appare come una superficie piatta e nera.
Al di là dell’effetto visivo e del risultato artistico, il materiale è molto utile al mondo della scienza e gli stessi ingegneri del MIT sanno che in futuro verranno realizzati neri ancora più neri, ma nel frattempo viene da chiedersi: a cosa serve questa scoperta? Secondo gli scienziati questo materiale nero, che rende piatto e senza angolature qualsiasi cosa ricopra, potrebbe essere utilizzato per aiutare i telescopi spaziali a localizzare esopianeti orbitanti. Nell’attesa di scoprire se realizzeranno davvero un materiale ancora più nero e di capire che uso ne faranno, noi per ora ci godiamo lo spettacolo di quello appena creato.