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Diminuirà l’attività solare nel 2030: quali conseguenze?

Intorno al 2030 l’attività solare calerà del 60% e il nostro pianeta potrebbe piombare in un “minimo di Maunder”.
A cura di R. Z.
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Nel 2030 l'attività del Sole potrebbe calare del 60%. A sostenerlo un gruppo di scienziati dell'istituto britannico Met Office che prevedono, tra il 2020 e il 2030, una drastica diminuzione dell’attività solare. “Nel 2030 – sottolinea la Valentina Zharkova, responsabile dello studio che ha presentato i dati nel corso del National Astromy Meeting a Llandudno – l’attività solare calerà del 60%”. La ricercatrice, insieme a Simon Shepherd della Bradford University, Helen Popova della Lomonosov Moscow State University e Sergei Zarkhov della Hull University, ha elaborato un modello definito della "doppia dinamo". "Abbiamo rilevato delle componenti di onde magnetiche che appaiono a coppie – spiega la Zharkova – hanno origine in due differenti strati dell'interno del Sole". "Entrambe hanno una frequenza di circa 11 anni, sebbene per entrambe questa frequenza sia leggermente diversa e sebbene tendano ad equilibrarsi nel tempo".  All'interno della nostra Stella ci sarebbero in effetti due dinamo solari: una situata in superficie e l'altra nei pressi della zona convettiva. Le due onde magnetiche, secondo questo modello, possono quindi rinforzarsi a vicenda, producendo periodi di maggiore attività, o contrastarsi, generando periodi di "calma". “Durante il 26esimo ciclo di attività solare – sottolinea Zharkova – i due campi magnetici si annulleranno a vicenda perché saranno esattamente speculari tra loro, raggiungendo il picco contemporaneamente, ma in emisferi opposti del Sole”

Il mondo si prepara ad una mini-era glaciale? Non proprio. Gli effetti di una ridotta attività solare sulla temperatura della superficie terrestre non sono noti, ma di certo non si registrerà una riduzione termica del 60%, ossia equivalente al calo di macchie solari. Quella di una mini-era glaciale al momento è solo un'ipotesi non suggerita dagli stessi ricercatori coordinati da Valentina Zharkova. Il minimo di Maunder, ossia la riduzione delle temperature registrate tra il 1645 e il 1715 e che portò anche al congelamento del Tamigi, è più probabile che sia stato causato dall'intensa attività vulcanica e dai conseguenti gas atmosferici, piuttosto che ad una ridotta attività solare. Gli scienziati, tuttavia, sono già al lavoro per cercare di capire in che misura la "quiete" del sole possa incidere sulla Terra e sulle sue temperature.

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