I drammatici incendi che hanno colpito l'Australia e stanno tenendo il mondo con il fiato sospeso hanno generato una quantità tale di fumo da consentirgli di circumnavigare il pianeta, raggiungendo la stratosfera – a 16 chilometri di altezza – e aggravando ulteriormente la situazione climatica globale. Lo ha svelato la NASA in un comunicato, spiegando che le condizioni estreme generate dagli incendi hanno portato alla formazione di un grande numero di pyrocumulonimbus, o nuvole di fumo, cioè tempeste generate dalle nubi create da grandi incendi che fa salire nell'atmosfera cenere, fumo e altri materiali legati alla combustione.
Quando questi materiali si raffreddano, le nuvole si comportano come un temporale, ma senza le classiche precipitazioni, consentendo la creazione di tragitti verso la stratosfera in grado di consentire al fumo di diffondersi per lunghe distanze. È quello che è successo al fumo generato dagli incendi in Australia, che tramite questa catena di eventi ha fatto il giro del mondo. "Queste nuvole possono assorbire i raggi di sole, riducendo la visibilità e aumentando la profondità ottica" si legge nel comunicato della NASA. "Questa situazione può avere un impatto sulla salute degli umani, sul tempo e sul clima".
Effetti che non hanno tardato a colpire le prime persone. In Australia alcuni tennisti impegnati negli Australian Open si sono sentiti male per aver respirato l'aria inquinata dal fumo degli incendi, portando l'organizzazione a decidere di sospendere la competizione. "I satelliti della NASA sono spesso i primi ad individuare gli incendi delle zone remote" continua il comunicato. "Gli strumenti individuano gli incendi, tengono traccia degli spostamenti del fumo e forniscono informazioni per il controllo delle fiamme". Le immagini mostrate dall'agenzia spaziale indicano che il fumo generato dagli incendi australiani ha attraversato gli oceani e sorvolato l'America del Sud e l'Africa per poi tornare nuovamente sopra l'Australia.