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Il fossile Little Foot appartiene a una nuova specie di ominide: l’ipotesi degli studiosi

Un team internazionale di paleoantropologi ipotizza che Little Foot, un fossile di 3,67 milioni di anni riscostruito dopo oltre 20 anni di lavoro, potrebbe appartenere a una specie completamente nuova di umani ancestrali. Gli scienziati hanno deciso di chiamarla “Australopithecus prometheus”, ma non tutti approvano.
A cura di Andrea Centini
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Il celebre fossile “Little Foot” potrebbe appartenere a una specie di ominide – nello specifico un australopiteco – non conosciuta dalla scienza. In altri termini, potrebbe trattarsi di un nostro antenato ancestrale completamente nuovo. Ad annunciarlo un team di ricerca internazionale coordinato da paleoantropologi dell'Istituto di studi evoluzionistici presso l'Università di Witwatersrand (Sud Africa), che hanno collaborato con colleghi dell'Università di Manchester, dell'Università di Birmingham, dell'Università di Kyoto, dell'Università della California del Sud e di altri atenei.

Gli scienziati guidati da Ronald Clarke, il professore che scoprì le ossa di Little Foot, sono giunti a questa conclusione dopo aver analizzato a fondo i resti attraverso accurati esami morfologici e altre tecniche. Tra i dettagli "sibillini" ci sono il volto più piatto rispetto all'Australopithecus africanus e all'Australopithecus afarensis (la specie della celebre Lucy); la forma del teschio e la forma e la disposizione dei denti. La cosiddetta “prova del nove” risiederebbe tuttavia nell'osso dell'anca, le cui differenze sarebbero da sole sufficienti a determinare l'esistenza della nuova specie. Clarke e colleghi hanno proposto il nome di “Australopithecus prometheus” per questo ominide, scoperto circa 30 anni fa.

Tutto ebbe inizio all'inizio degli anni '90, quando il professor Ronald Clarke, osservando ossa di piede etichettate come “di scimmia”, intuì che dovevano appartenere a un ominide (Little Foot, appunto). Dal 94 in avanti condusse una lunghissima serie di scavi nella caverna “Silberberg Grotto” nel sistema di Sterkfontein, nei pressi di Johannesburg, e con diverse squadre impiegò circa 20 anni prima di estrarre dalla roccia e ripulire completamente le altre ossa del fossile. Il risultato di un lavoro così certosino ha portato alla luce il più antico fossile completo mai scoperto, datato 3,67 milioni di anni fa. Il più antico in assoluto è invece l'Ardipithecus ramidus di 4,4 milioni di anni fa trovato in Etiopia.

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Little Foot era un australopiteco di sesso femminile, morto in tarda età probabilmente a causa di un infortunio, come dimostrano le fratture di alcune ossa. Molto probabilmente era vegetariano, a differenza dell'Australopithecus africanus che era onnivoro. Aveva anche ossa delle gambe più lunghe delle braccia, una caratteristica associata al bipedismo. Il fossile di Little Foot è stato recentemente analizzato anche da un altro team di ricerca, che tuttavia non approva il nome scientifico di “Australopithecus prometheus” poiché l'epiteto (prometeo) non offre alcun indizio sul riconoscimento della specie (è una regola della tassonomia). I dettagli dello studio di Clarke e colleghi sono disponibili nel database di bioRxiv.

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