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Il dettaglio ‘nascosto’ del David dimostra che Michelangelo era davvero un genio

Il David di Michelangelo mostra un dettaglio che può sembrare irrilevante, ma che, in realtà, dimostra ancora una volta la genialità dell’artista e il suo enorme spirito di osservazione che gli permette di raccontarci le emozioni. Ecco perché la vena giugulare di questa statua è importante per la scienza e per l’arte.
A cura di Zeina Ayache
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Michelangelo, con il suo enorme spirito di osservazione, è riuscito a mettere in evidenza sul David un dettaglio anatomico che gli scienziati hanno scoperto oltre 100 anni dopo di lui: stiamo parlando della vena giugulare che normalmente non è visibile sul collo. Vediamo insieme cosa c’è da sapere su questo dettaglio, perché Michelangelo lo ha sottolineato e cosa ci dice su questo grandissimo artista.

La vena giugulare è entrata nei libri di anatomia nel 1628, grazie agli studi descrittivi di William Harvey, ma la statua di Leonardo, che è datata 1504, mostra già questo dettaglio sul collo del David. Perché?

Come spiega il ricercatore Daniel Gelfman che ha notato questa particolarità, la vena giugulare in evidenza potrebbe essere stata una scelta narrativa di Michelangelo poiché questo particolare si nota negli uomini sani che stanno vivendo un momento intenso, eccitante: proprio come quello del David che si prepara ad affrontare Golia.

Michelangelo, come tutti gli artisti del suo tempo, aveva studiato anatomia e, anche se nei libri ancora non c’erano dettagli specifici sulla vena giugulare, aveva probabilmente notato che questa tende ad apparire sul collo, negli uomini sani, quando sono eccitati. Diversamente infatti, nel Gesù della Pietà la vena giugulare non si vede, proprio come prevede l’anatomia.

È interessante, spiega Gelfman, quanto Michelangelo fosse attento ai particolari e come attraverso piccoli dettagli sia riuscito a raccontarci in maniera non esplicita le emozioni vissute dal David, e dalle sue altre opere. "Nella scultura, si può mostrare una sola immagine alla volta", afferma Gelfman che prosegue “nel caso dell'eccitato, spaventato David o dell'agitazione di Mosè, Michelangelo deve aver voluto esprimere questa osservazione ‘circolatoria’ nella sua opera”.

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