Il coprifuoco funziona e ferma il coronavirus, ma potrebbe non bastare per le varianti
Il coprifuoco e altre misure di restrizione hanno un diverso impatto sulle varianti del coronavirus e sui ceppi storici di Sars-Cov-2. Lo indicano i dati di un’indagine sull’evoluzione della pandemia in Francia che ha valutato gli effetti delle azioni intraprese dalle autorità sanitarie per contrastare la diffusione virale nei primi mesi del 2021. Per la variante inglese (B.1.1.7), in particolare, riportata nel 3% dei casi registrati Oltralpe a inizio gennaio, si è osservato un progressivo aumento della prevalenza sul territorio, fino a riguardare il 66% dei casi analizzati nel mese di marzo. Ciò nonostante le misure implementate da inizio anno siano comunque state in grado di “portare l’indice di riproduzione dei ceppi storici di Sars-Cov-2 al di sotto di 1, determinando il loro declino, mentre i casi di B.1.1.7 sono aumentati in modo esponenziale”.
I risultati dello studio, riportati nel dettaglio sulla rivista Eurosurveillance, indicano un “controbilanciamento” di due dinamiche opposte: la diminuzione della circolazione dei ceppi storici di Sars-Cov-2 rispetto all’aumento di variante inglese. “Il coprifuoco e altre misure di distanziamento sociale non sono state sufficienti a impedire la crescente dinamica di B.1.1.7 – indicano i ricercatori – . L’indice Re (il numero di casi generati in media da un positivo in base al numero di replicazione di base e alla percentuale di suscettibili presenti nella popolazione, ndr) per B.1.1.7 è risultato ampiamente superiore a 1 in tutte le regioni”.
Il rafforzamento delle misure previste dalle autorità francesi a partire da gennaio – coprifuoco dalle 18:00, distanziamento sociale e rinnovate raccomandazioni su smart working e sulla riduzione dei rischi “non è stato sufficiente a produrre una diminuzione dello spread della variante, nemmeno sotto l'ulteriore impatto delle vacanze scolastiche di febbraio, a causa della sua trasmissione più efficiente”.
Pertanto, concludono gli studiosi, la chiave per ridurre la circolazione virale risiede nell’accelerazione delle campagne di vaccinazione “ma anche nell’introduzione di piani di distanziamento sociale più rigorosi e intensificati rispetto al solo coprifuoco per frenare la diffusione di B.1.1.7”.