Il cannabidiolo, derivato dalla marijuana, come cura per l’epilessia
I ricercatori del NYU Langone Medical Center hanno scoperto le crisi epilettiche nei pazienti gravemente affetti da epilessia possono essere ridotte somministrando loro il cannabidiolo. Lo studio, intitolato “Cannabidiol in patients with treatment-resistant epilepsy: an open-label interventional trial”, è stato pubblicato su Lancet Neurology e apre nuove speranze per la cura di questa condizione neurologia debilitante.
La ricerca ha visto la collaborazione di 214 pazienti tra 1 e 30 anni reclutati in 11 diversi centri per epilettici e si è svolto tra il 15 gennaio 2014 e il 15 gennaio 2015. A queste persone sono stati somministrati, per via orale, dai 2 ai 50 mg/kg di CBD, cannabidiolo, sotto forma di Epidiolex, un farmaco liquido, al giorno per 12 settimane. La quantità di farmaco somministrata variava a seconda del tipo di crisi riscontrate nei pazienti prima dell'inizio dello studio. I soggetti, sia adulti che bambini, soffrivano di una grave forma di epilessia difficilmente contenibile con i medicinali attualmente in commercio.
I ricercatori hanno monitorato i pazienti sottoposti ad incontri ogni 4 settimane di trattamento. I dati raccolti hanno mostrato che mediamente, al mese, gli episodi epilettici diminuivano del 36,5%, in 2 soli casi le crisi sono risultate assenti per tutto il periodo. Purtroppo alcuni pazienti, 20 circa, hanno mostrato effetti collaterali al CBD, come nausea, inappetenza, stanchezza e convulsioni.
Gli scienziati responsabili dello studio mettono in luce le possibilità che offre un simile utilizzo del cannabidiolo, ma spiegano anche che ulteriori studi risultano necessari per poter richiedere la distribuzione di questo prodotto. A questo scopo, il professor Devinsky, autore della ricerca, ha dato il via ad un nuovo studio che prevede sia la somministrazione del CBD che del placebo.