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Il cambiamento climatico spiegato in parole semplici

Cos’è il cambiamento climatico? E qual è l’impatto di questi cambiamenti sul nostro pianeta? Per evitare le conseguenze peggiori, c’è un solo percorso sostenibile, contrastando le fonti fossili e scegliendo rinnovabili ad alta efficienza energetica.
A cura di Valeria Aiello
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I segnali di allarme sono sotto i nostri occhi: temperature che stanno raggiungendo nuovi massimi ovunque, con peggioramento della siccità, maggiore innalzamento del livello dei mari e perdita della biodiversità che minacciano ogni aspetto della vita sul nostro pianeta. Assordanti avvertimenti ambientali, riconducibili alle attività umane che sono le responsabili dell’aumento dei gas serra nell’atmosfera, principalmente anidride carbonica (CO2), che trattengono una parte considerevole del calore del Sole, portando all’innalzamento della temperatura superficiale della Terra. Ma cos’è il cambiamento climatico? E qual è l’impatto di questa crisi negli anni a venire?

Cos’è il cambiamento climatico?

Qualsiasi alterazione del clima, che sia direttamente o indirettamente riconducibile all’attività umana, è intesa come cambiamento climatico. Per clima si intende lo stato medio delle condizioni atmosferiche di un luogo per molti anni, e il cambiamento climatico è appunto la variazione di queste condizioni medie. L’atmosfera ha quindi un ruolo determinante sul clima e le alterazioni della sua composizione, dovute alla crescente rilascio di gas serra, provocano mutamenti climatici che modificano il clima planetario. In altre parole, il rapido cambiamento climatico cui stiamo assistendo è causato dalle numerose attività umane che rilasciano gas serra nell’atmosfera, dall’uso dei combustibili fossili alle attività agricole e industriali: più la concentrazione di questi agenti è elevata, più le radiazioni e il calore vengono trattenuti, causando l’innalzamento delle temperature.

Rispetto al XIX secolo, la Terra è ora più calda di 1,2 °C e la quantità di CO2 nell’atmosfera è aumentata del 50% dalla Rivoluzione industriale, con una crescita che è al suo massimo da circa 4 milioni di anni. Se vogliamo evitare le peggiori conseguenze del cambiamento climatico, il riscaldamento globale deve essere mantenuto entro 1,5 °C entro il 2100, riducendo le emissioni del 45% rispetto al 2010 in questo decennio. Se al contrario, non verranno intraprese azioni in tal senso, il pianeta potrebbe ancora riscaldarsi di oltre 2 °C entro la fine di questo secolo, fino anche a superare i 4 °C che, avvertono gli scienziati, porteranno a ondate di calore devastanti, significativi innalzamenti dei livelli dei mari e perdita irreversibile di specie animali e vegetali.

Qual è l’impatto del cambiamento climatico?

Le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e si aggravano di anno in anno. Con un ulteriore aumento delle temperature, alcune regioni della Terra diventeranno inabitabili, per l’avanzata dei deserti, e altre regioni verranno travolte da piogge estreme che causano devastanti inondazioni, come si è recentemente visto in Cina, Germania, Belgio, Paesi Bassi e anche in Italia. Anche gli incendi diventeranno ancora più frequenti, perché i cambiamenti climatici aumentano il rischio di clima caldo e secco.

Allo stesso modo, i cambiamenti climatici mettono a rischio i nostri oceani e i loro habitat, a causa del surriscaldamento dei mari dovuto al riscaldamento climatico (in Australia, la Grande barriera corallina ha già perso metà dei suoi coralli dal 1995), e sciolgono i nostri ghiacciai, in luoghi come la Siberia, dove i gas serra intrappolati per secoli vengono rilasciati nell’atmosfera, peggiorando ulteriormente il cambiamento climatico.

In un pianeta più caldo, gli animali troveranno sempre più difficile trovare cibo e acqua di cui hanno bisogno per vivere. Ad esempio, gli orsi polari potrebbero estinguersi quando i ghiacci su cui fanno affidamento si scioglieranno, così come gli elefanti faranno fatica a trovare l’acqua di cui ogni giorno hanno bisogno. Secondo gli scienziati, almeno 550 specie potrebbero estinguersi in questo secolo se non verranno intraprese politiche concrete.

Cosa stanno facendo i governi?

Il vertice delle Nazioni Unite sul clima COP26 a Glasgow è considerato cruciale se si vorrà tenere sotto controllo il cambiamento climatico. I Paesi concordano sul fatto che i vecchi modelli di sviluppo, basati sul carbone, costituiscono una condanna a morte per il nostro pianeta e, nello storico accordo di Parigi nel 2015, si sono impegnati a mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C.

La prima azione da definire è la decarbonizzazione di tutti i settori in tutti gli Stati, dirottando le produzioni da combustibili fossili alle energie rinnovabili e verso un futuro a emissioni zero entro il 2050. Ciò significa ridurre il più possibile le emissioni di gas serra e bilanciare le emissioni residue assorbendone una quantità equivalente dall’atmosfera. Gli esperti concordano sul fatto che ciò sia realizzabile, ma richiederà a governi, imprese e individui di apportare grandi cambiamenti.

Cosa possono fare le persone

Bisogna quindi che tutti facciano la propria parte, attuando sia grandi trasformazioni fondate sulla riduzione del carbonio totale, sia piccoli cambiamenti nella vita di ciascuno di noi, che possono limitare il nostro impatto sul clima, facendo scelte migliori e più responsabili su ciò che facciamo, mangiamo, acquistiamo e su come viaggiamo. Niente nella nostra vita quotidiana è senza impatto e davanti a noi non ci sono altre alternative: un futuro contenendo il riscaldamento globale entro 1,5 °C è l’unica strada praticabile per l’umanità e sta a noi tutti impegnarci a mantenere questo obiettivo prima che sia troppo tardi.

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