Il caldo causerà più morti delle malattie infettive: lo rivela un nuovo studio Usa
Il 2020 è destinato a essere l’anno più caldo di sempre o forse il secondo a livello globale dopo il 2016, in linea con la tendenza registrata nell’ultimo quinquennio. In uno scenario ad alte emissioni, in cui si fa ben poco per frenare i gas serra, il riscaldamento globale avrà un impatto devastante in termini di vite umane. I futuri aumenti di temperatura causati dai cambiamenti climatici renderanno sempre più difficile adattarsi alle condizioni ambientali, in particolare nelle regioni più povere e calde del pianeta, ma le conseguenze si faranno sentire in tutto il mondo, anche nei Paesi più ricchi. È quanto rivela un nuovo importante studio del National Bureau of Economic Research (NBER), l’organizzazione privata statunitense nota per aver previsto le date di inizio e fine delle recessioni negli Usa.
Sulla base dei dati mondiali, la ricerca ha messo in relazione mortalità e temperatura, considerando non solo i decessi dovuti a cause dirette, come il colpo di calore, ma anche collegamenti meno ovvi, come l’aumento dei casi di infarto durante un’ondata di caldo. “Le stime superano sostanzialmente la letteratura precedente” scrivono i ricercatori che hanno calcolano che il riscaldamento globale farà aumentare il tasso di mortalità globale a 73 morti ogni 100mila persone entro il 2100. Un rapporto che corrisponde quasi all’attuale numero di morti per malattie infettive (tra cui tubercolosi, HIV / AIDS, malaria, dengue e febbre gialla). “Molti anziani – ha commentato a The Guardian Amir Jina, economista ambientale dell'Università di Chicago e coautore dello studio – muoiono a causa degli effetti indiretti del calore. È stranamente simile al coronavirus: le persone più vulnerabili sono quelle che hanno patologie preesistenti o sottostanti”.
L’impatto sarà peggiore nelle regioni più calde e povere del pianeta, come il Ghana, il Bangladesh, il Pakistan e il Sudan, dove il tasso di mortalità potrebbe raggiungere o superare le 200 vittime ogni 100mila persone. “A soffrire di più saranno proprio le popolazioni che hanno fatto di meno per causare i cambiamenti climatici – ha aggiunto Jina – . I Paesi più ricchi, pur presentando un aumento della mortalità, potranno infatti spendere di più per adattarsi ai cambiamenti climatici”. Al contrario, i Paesi più freddi, come Norvegia e Canada, registreranno “una diminuzione della mortalità poiché sempre meno persone verranno uccise dal freddo estremo”.