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Il 96% dei vaccinati sviluppa anticorpi dopo la prima dose di Pfizer e Astrazeneca

Lo dimostrano i nuovi dati dell’analisi britannica Virus Watch che ha preso in esame il livello di anticorpi diretti contro la proteina Spike di Sars-Cov-2 dopo una singola dose di vaccino. Con la somministrazione della seconda, la percentuale è salita a quasi il 100%.
A cura di Valeria Aiello
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I vaccini anti-Covid di Pfizer e Astrazeneca sono altamente efficaci. Anche dopo la prima dose, come dimostrano i nuovi dati dell’analisi Virus Watch condotta dall’University College di Londra e basati su uno studio che ha coinvolto più di 8.500 persone in Inghilterra e Galles. La ricerca ha rilevato che il 96,4% delle persone che ha ricevuto la prima dose di uno dei due vaccini ha sviluppato anticorpi diretti contro la proteina Spike del coronavirus Sars-Cov-2 a 28-34 giorni dalla somministrazione, raggiungendo il 99,08% a 7-14 giorni dopo la seconda dose.

L’analisi, rilasciata in preprint su MedRxiv, ha inoltre evidenziato che la risposta anticorpale è risultata equivalente per entrambi i vaccini, sebbene dopo la prima dose di Pfizer il livello di anticorpi sia aumentato più rapidamente rispetto ad Astrazeneca, fino a raggiungere un livello ugualmente elevato rispettivamente in 4 e 8 settimane. Tuttavia, i dati hanno indicato che la risposta anticorpale dopo la prima dose è risultata più debole con l’aumentare dell’età e in presenza di condizioni di salute preesistenti, tra cui diabete, malattie cardiovascolari e storia di patologie oncologiche, in particolare tra coloro con tumore ematologico e in terapia immunosoppressiva. La somministrazione della seconda iniezione ha colmato questo divario, inducendo lo sviluppo di un alto titolo di anticorpi in quasi tutte le persone.

Le disparità osservate nei livelli di anticorpi dopo la prima dose per tipo di vaccino, età e comorbidità evidenziano l’importanza delle misure preventive non farmaceutiche in corso, come il distanziamento sociale, per gli adulti parzialmente vaccinati, in particolare quelli che sono più anziani e clinicamente più vulnerabili” hanno osservato gli studiosi, indicando che la somministrazione della seconda dose ha permesso di raggiungere una risposta anticorpale altrettanto efficace anche in queste fasce di popolazione. “L’analisi è un promemoria di quanto sia importante ricevere la seconda dose del vaccino” ha commentato al Guadian Robert Aldridge, docente dell’Institute of Health Informatics dell’University College London e responsabile scientifico dello studio Virus Watch – . E i risultati sono rassicuranti: i vaccini sono la nostra via d’uscita dalla pandemia”.

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