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Il 22 agosto è l’Earth Overshoot Day, cos’è e perché quest’anno arriva in ritardo

Il giorno che segna l’esaurimento di tutte le risorse che il pianeta Terra rigenera nell’arco di un anno slitta di più tre settimane rispetto al 2019 in risposta al lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 che ha messo un freno ai consumi e all’inquinamento globale.
A cura di Valeria Aiello
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Credit: Wikimages
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L’Earth Overshoot Day, il giorno che segna la data in cui l’umanità ha utilizzato tutte le risorse biologiche che il pianeta Terra riesce a rigenerare nell’arco dell’intero anno, quest’anno arriva il 22 agosto, in ritardo di più di tre settimane rispetto al 2019. Lo indicano i nuovi calcoli della Global Footprint Network, l’organizzazione no-profit internazionale per la sostenibilità che, come ogni anno, ha valutato l’impronta ecologica e la biocapacità di oltre 200 Paesi nel mondo, stimando la data che segna l’esaurimento del budget messo a disposizione annualmente dagli ecosistemi naturali.

Il Covid-19 fa slittare l’Earth Overshoot Day

Era da oltre un decennio che l’Earth Overshoot Day non si verificava così tardi, esattamente dal 25 agosto del 2005, ma il merito di questo ritardo è ben lontano dal cambiamento intenzionale necessario per raggiungere l’equilibrio ecologico: a determinare lo slittamento è stato infatti il lockdown dovuto dalla pandemia di Covid-19 che ha messo un freno ai consumi e all’inquinamento globale. “L’umanità – ha dichiarato Laurel Hanscom, Ceo di Global Footprint Network – è stata unita dalla comune esperienza della pandemia e ha mostrato quanto siano intrecciato le nostre vite. Allo stesso tempo  non possiamo ignorare la profonda diseguaglianza delle nostre esperienze né le tensioni sociali, economiche e politiche che non state esacerbate da questo disastro globale”.

Dal giorno che segna l’Earth Overshoot Day fino alla fine dell’anno, l’umanità aumenta il deficit ecologico, vale a dire che anche nel 2020 l’umanità consumerà molte più risorse di quante vengono rinnovate nonostante la pandemia di Covid-19 abbia fatto registrare una diminuzione del 9,3% dell’impatto ecologico rispetto allo scorso anno. A incidere, in particolare, la contrazione delle emissioni di carbonio (-14,5%) in funzione alla flessione dei consumi energetici misurata durante i blocchi che hanno fermato uffici, negozi e azzerato gli spostamenti, e il minor consumo di prodotti forestali (-8,4%) per via della contrazione della raccolta di legname, di cui si è registrata una minore domanda. Al contrario, nonostante anche il sistema alimentare abbia subito interruzioni significative, come la chiusura temporanea dei ristoranti, non sono state registrate influenze significative sull’impronta dei consumi.

Quest'anno più che mai – sottolineano dalla Global Foodprint Network – l’Earth Overshoot Day offre un’opportunità senza precedenti per riflettere sul futuro che vogliamo. Gli sforzi per rispondere alla pandemia hanno dimostrato che è possibile spostare le tendenze del consumo di risorse ecologiche in un breve lasso di tempo. E abbiamo assistito a ciò che è possibile quando l’umanità si unisce per perseguire un risultato comune. Quale risultato comune può essere più importante del nostro successo a lungo termine sul nostro Pianeta?

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