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Ig Nobel 2011: consegnati ad Harvard i premi alla scienza che fa ridere

Si è svolta ieri sera, sul palco dell’Università di Harvard, la premiazione per i vincitori degli Ig Nobel, il riconoscimento riservato agli autori di ricerche improbabili: tra allarmi al wasabi e scarafaggi che si accoppiano con bottiglie, il divertimento, almeno, è assicurato.
A cura di Nadia Vitali
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Tradizione consolidata da ormai due decenni, nei giorni vicini all'annuncio dei vincitori dei premi Nobel, nell'altro continente, e precisamente sul palcoscenico del Teatro Sanders dell'Università di Harvard, si tiene una cerimonia piuttosto singolare: autori di ricerche improbabili, dalla dubbia utilità scientifica e dalla impossibile applicazione pratica, vengono pubblicamente insigniti del "prestigioso" riconoscimento Ig Nobel (comprensibile il gioco di parole a cui è dovuto questo nome).

La commissione che stabilisce l'assegnazione è composta dagli effettivi vincitori dell'autorevole Nobel svedese che scelgono tra scoperte e studi «strabilianti» di tutto il mondo; tra questi, ieri sera, c'era anche Andrej Gejm, Nobel per la fisica nel 2010 che, tuttavia, dieci anni prima aveva conquistato anche un Ig Nobel per il suo esperimento di levitazione magnetica di una rana. La lista dei riconoscimenti non lascia dubbi sulla particolarità delle ricerche presentate.

L'Ig Nobel per la Fisiologia è stato assegnato ad un team di europei, per il loro studio dall'intrigante titolo "Nessuna prova della contagiosità dello sbadiglio tra le tartarughe dalle zampe rosse". Per la Chimica, invece, il migliore è stato il Giappone: alcuni ricercatori hanno determinato la densità ideale del wasabi (la crema piccante a base di una radice giapponese molto usata nella cucina) vaporizzato "in grado di svegliare una persona in caso di incendio o di altra emergenza" ed hanno "applicato questa scoperta per inventare l'allarme al wasabi".

Europei ed australiani hanno dimostrato che sulla capacità di prendere decisioni migliori o peggiori influisce l'urgenza di dover urinare, ottenendo così l'ambito riconoscimento dell'Ig Nobel per la Medicina, mentre quello per la Psicologia è andato ad un norvegese che si è interrogato sul valore del sospiro, che nasconderebbe "segnali emozionali" nonché risposte alle sfide e alle fatiche quotidiane dell'individuo. Lo statunitense John Perry si aggiudica la Letteratura per il suo saggio in cui spiega come si può diventare una persona di successo, procrastinando le cose realmente importanti ma occupandosi, al contempo, di cose comunque impegnative, anche se in misura minore.

Un team di studiosi statunitensi, australiani e canadesi è stato insignito dell'Ig Nobel per la Biologia per aver scoperto che "un certo tipo di scarafaggio si accoppia con un certo tipo di bottiglia di birra australiana"; la Fisica, invece, la vincono francesi ed olandesi "per aver determinato come mai i lanciatori di disco accusano delle vertigini dopo il lancio, mentre i lanciatori di martello no".

Sono sei, quattro statunitensi, un coreano ed un ugandese, coloro ritenuti meritevoli in Matematica: le motivazioni? Lanciandosi in ardite formule, avevano previsto ciascuno la fine del mondo rispettivamente nel 1954, 1984, 1990, 1992, 1999 mentre l'americano Harold Camping aveva designato come data prima il 1994, dopodiché il 21 ottobre del 2011; a loro dunque il premio "per aver insegnato al mondo ad essere accurati quando si fanno ipotesi e calcoli matematici".

Infine il premio per la Pubblica Sicurezza a John Senders dell'Università di Toronto "per aver condotto una serie di esperimenti per la sicurezza, in cui una persona guida un'automobile in autostrada mentre una visiera cade ripetutamente sulla sua faccia, rendendogli impossibile vedere"; e l'ambitissimo Ig Nobel per la Pace al sindaco di Vilnius "per aver dimostrato che il problema delle auto di lusso parcheggiate in divieto, può essere risolto passando sopra queste con un carro armato". Assurdità, sotto molti aspetti esilaranti, che hanno tutte meritato a buon diritto il premio che è stato ritirato con la giusta dose di autoironia da parte dei presenti.

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