I single hanno affrontato il lockdown meglio delle coppie in crisi (ma peggio di quelle felici)
I single hanno affrontato meglio il lockdown rispetto alle coppie in crisi ma peggio di quelle con una relazione felice. È quanto emerge dai risultati di uno studio condotto dai ricercatori della Danube University di Krems, in Austria, che hanno intervistato più di 1.000 connazionali a un mese dalla fine delle misure di quarantena disposte dalle autorità locali. L’obiettivo era quello di ottenere un quadro del legame tra i rapporti interpersonali e lo stato emotivo vissuto durante il blocco delle attività.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Plos One, hanno evidenziato differenze significative sullo stato di salute mentale delle persone single rispetto a chi è impegnato in una relazione sentimentale. Nello specifico, è emerso che le coppie in crisi hanno avuto una probabilità tre volte maggiore di soffrire di depressione rispetto ai single e alle coppie felici. In particolare, le coppie felici sono state quelle che hanno affrontato meglio il lockdown. “Le persone impegnate in una relazione di buona qualità – spiegano i ricercatori – hanno mostrato uno stato di salute mentale migliore di quelle con una qualità relazionale bassa o con nessuna relazione. D’altra parte, le persone impegnate in relazioni di scarsa qualità hanno ottenuto risultati significativamente peggiori in tutte le scale di valutazione di salute mentale – depressione, ansia, stress, benessere, qualità del sonno e qualità della vita”.
“Diversi studi – aggiungono gli autori – hanno fornito prove di un’associazione tra insoddisfazione coniugale e sintomi depressivi negli adulti più giovani e di mezza età, così come negli anziani. Alcuni studi suggeriscono inoltre che la scarsa qualità coniugale sia associata a tassi di depressione più elevati. Tuttavia, le persone senza relazioni stabili arruolante nel nostro studio hanno mostrato risultati di salute mentale migliori rispetto a coloro che vivevano una relazione coniugale infelice”.
Gli studiosi hanno inoltre osservato un nesso tra l’aumento dei sintomi depressivi e la diminuzione della qualità della relazione. “Il rapporto in sé non era associato a una migliore salute mentale ma la qualità della relazione è risultato essenziale – scrivono gli autori dello studio – . Rispetto a nessuna relazione, una buona qualità della relazione è stata un fattore protettivo, mentre una scarsa qualità della relazione ha rappresentato un fattore di rischio”.