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I regali di Natale possono avere un costo catastrofico per l’ambiente (e non solo per il portafogli)

Il consumismo sta contribuendo a causare i cambiamenti climatici che stanno devastando il pianeta. Le conseguenze sono visibili negli ecosistemi.
A cura di Valeria Aiello
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C’è un legame tra i prodotti che acquistiamo e i cambiamenti climatici, ma questa connessione continua ad essere trascurata. A metterli in relazione sono le emissioni di gas serra generate durante l’intero ciclo di produzione, dall’estrazione delle materie prime, al loro trasporto e trasformazione fino alla distribuzione dei prodotti, all’utilizzo e allo smaltimento degli stessi.

Una recente ricerca indica che, in media, le emissioni di anidride carbonica (CO2) derivate dal ciclo produttivo di un prodotto sono pari a 6,3 volte il suo peso, ed è interessante notare che buona parte (45%) deriva dalle operazioni che sono a monte e a valle della sua produzione. “Da quando la rivoluzione industriale ha introdotto la produzione in serie, le aziende hanno dedicato enormi quantità di tempo e denaro per educare le persone sul valore delle quantità sempre crescenti di oggetti in vendita” ha evidenziato la professoressa Jennifer Elle Good della Brock University di Santa Caterina, in Canada, che in un articolo su The Conversation ha fatto il punto sulla questione.

“Negli ultimi decenni – spiega l’esperta – ci hanno detto cosa desiderare, ma anche cosa dicono di noi e del nostro status nel mondo le nostre cose, e che abbiamo bisogno di comprare ancora di più. Come scrisse il scrisse il consulente di marketing Victor Lebow nel Journal of Retailing nel 1955, ‘Abbiamo bisogno di cose consumate, bruciate, consumate, sostituite e scartate a un ritmo sempre crescente’”.

I messaggi che ci spingono a consumare più cose – vestiti, elettronica, elettrodomestici, giocattoli, automobili e così via – arrivano dalla pubblicità. Negli Anni 90, stimano gli analisti, l’americano medio si è imbattuto in circa 3.000 messaggi pubblicitari al giorno. “Oggi, questi messaggi pubblicitari sono a malapena conteggiabili, poiché sono intessuti senza soluzione di continuità e all’infinito nelle nostre vite, arrivando su schermi come messaggi di testo, messaggi pop-up personalizzati e post sui social media che ne  celebrano il consumo, come nei video degli influencer”. Sempre negli Usa, il consumo medio di oggetti pro capite è raddoppiato negli ultimi 50 anni e, considerando solo il 2019, si calcola che ogni americano abbia smaltito quasi 21 kg di rifiuti elettronici in totale.

Le conseguenze del nostro accanimento al consumo sono confermate negli ecosistemi del pianeta – ha aggiunto la professoressa Good – . Il consumo nei paesi ‘sviluppati’ ha portato al disboscamento su vasta scala delle foreste della Terra , lasciando intatto solo il tre per cento degli ecosistemi mondiali. La diffusa produzione, uso e smaltimento della plastica ha depositato ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica negli oceani del mondo”.

Ogni fase del ciclo di vita di un prodotto ha dunque conseguenze ambientali oltre che un’importa di carbonio. “Fare uno sforzo a comprare di meno durante le festività potrebbe avere un impatto significativo. I numeri dicono che gli americani producono il 25% in più di rifiuti tra il giorno del Ringraziamento e il giorno di Capodanno, generando circa la metà della carta che viene gettata via durante l’anno, per un totale di circa 8 miliardi di tonnellate”.

Allo stesso modo, anche i canadesi consumano in un anno oltre 2,6 miliardi di carta per incartare i regali, di cui 540mila nel periodo natalizio. “Per ogni chilogrammo di carta – precisa l’esperta – vengono prodotti 3,5 chilogrammi di anidride carbonica”. A questi si aggiunge il peso della deforestazione, stimata in 10 milioni di ettari di foreste ogni anno, che continuano ad essere abbattute per soddisfare le esigenze del consumismo.

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