video suggerito
video suggerito
Covid 19

I problemi al cuore sono molto più frequenti nei casi di Covid che dopo il vaccino Pfizer

Lo rileva una nuova analisi basata sui dati clinici di oltre 2 milioni di persone di età pari o superiore ai 16 anni: oltre a un sostanziale aumento del rischio di miocardite, l’infezione da coronavirus è risultata associata a una maggiore probabilità di altre complicanze cardiovascolari, inclusi il danno renale acuto, la trombosi venosa e l’embolia polmonare.
A cura di Valeria Aiello
1.398 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il vaccino di Pfizer-BioNTech è associato a un aumento del rischio di miocardite, un’infiammazione del muscolo cardiaco, ma l’infezione da coronavirus implica un rischio ancora più elevato non solo di miocardite, ma anche di altre complicanze cardiovascolari, inclusi il danno renale acuto, la trombosi venosa ed l’embolia polmonare. Lo rileva una nuova analisi condotta da un team di ricerca internazionale che ha preso in esame i rari casi di miocardite e altri effetti collaterali che si sono verificati in seguito alla vaccinazione e, parallelamente, ha valutato queste e altre condizioni nei pazienti Covid non vaccinati.

Lo studio, basato sui dati clinici di oltre 2 milioni di persone di età pari o superiore ai 16 anni raccolte nel database del Clalit Health Services, il più grande operatore sanitario di Israele, fornisce uno sguardo completo sull’incidenza nel mondo reale dei vari eventi avversi dopo la vaccinazione e l’infezione da coronavirus. Nello specifico, l’età media di coloro che hanno riportato un’infiammazione del muscolo cardiaco in seguito alla vaccinazione era di 25 anni e, 19 dei 21 casi che si sono verificati dopo la somministrazione del siero di Pfizer, hanno riguardato persone di sesso maschile.

I risultati dello studio, pubblicati sul New England Journal of Medicine, hanno inoltre indicato un aumento del rischio di altri potenziali effetti collaterali associati alla vaccinazione: ingrossamento dei linfonodi (78,4 eventi su 100.000 persone), riacutizzazione dell’herpes (15,8 eventi) e appendicite (5 eventi). Per la miocardite, l’incidenza è stata di 2,7 eventi su 100.000 persone.

L’infezione da coronavirus, d’altra parte, non è risultata associata a ingrossamento dei linfonodi, herpes o appendicite, ma ha determinato un sostanziale aumento della probabilità di miocardite (11 eventi su 100.000 persone), ovvero un rischio quattro volte più alto rispetto alla vaccinazione, oltre ad aver aumentato il rischio di altri eventi avversi non riscontrati dopo la vaccinazione, quali aritmia (166,1 eventi per 100.000 persone), danno renale acuto (125,4 eventi), embolia polmonare (61,7 eventi), trombosi venosa profonda (43 eventi), infarto miocardico (25,1 eventi) e pericardite (10 eventi).

Differenze di rischio per alcuni possibili eventi avversi: le stime sono state ottenute 42 giorni dopo la vaccinazione o l'infezione da SARS-CoV-2 e sono mostrate per 100.000 persone e arrotondate all'intero più vicino / NEJM.
Differenze di rischio per alcuni possibili eventi avversi: le stime sono state ottenute 42 giorni dopo la vaccinazione o l'infezione da SARS-CoV-2 e sono mostrate per 100.000 persone e arrotondate all'intero più vicino / NEJM.

Il coronavirus è molto più pericoloso in molti modi – ha affermato Ben Reis, coautore dello studio e direttore del gruppo di medicina predittiva presso il Boston Children’s Hospital Computational Health Informatics Program – . Se la ragione per cui qualcuno ha finora esitato a ottenere il vaccino è la paura di questo evento avverso molto raro, chiamato miocardite, e che di solito si manifesta in una forma non molto grave beh, questo studio mostra che lo stesso evento avverso è in realtà associato a un rischio maggiore se non sei vaccinato e vieni contagiato”.

1.398 CONDIVISIONI
32834 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views