I geyser del Parco di Yellowstone non nascono da un supervulcano: svelato il segreto
La fonte dell'immenso calore che alimenta i famosi geyser del parco di Yellowstone e che probabilmente un giorno lascerà al suo posto solo un enorme cratere, non è dovuta alla vicinanza con un supervulcano. Una ricerca, condotta da Ying Zhou dell'università Virginia Tech, prova a riscrivere la storia geologica di uno dei parchi più famosi e antichi al mondo. Utilizzando le onde sismiche dei terremoti come sonar, ha teorizzato che l'attrito di un frammento di crosta terreste alla deriva sia il responsabile di uno dei più grandi ecosistemi sulla Terra e forse, chissà, della sua fine.
Grazie ai terremoti. Yellowstone, come ci dice il suo nome (pietra gialla o zolfo), possiede trecento geyser e quasi diecimila sorgenti con temperature fino ai duecento gradi. La presenza di queste fonti di calore permette un'incredibile varietà di fauna e flora che rendono il parco una delle zone biologicamente più importanti del pianeta. Ma qual'è la causa di questa incredibile attività vulcanica? Fin ora si è sempre pensato che l'assottigliamento della crosta terrestre al di sotto di Yellowstone e la relativa vicinanza con lo strato fluido di magma fossero gli unici responsabili, ma forse questa storia va riscritta. La geologa Zhou è riuscita a creare delle immagini a raggi X del profondo della Terra, utilizzando USArray, un progetto che attraverso le onde sismiche dei terremoti, disegna gli strati del sottosuolo (proprio come un sonar marino), facendo una scoperta straordinaria.
Una scheggia. Secondo la ricercatrice dell'università della Virginia, l'antichissima placca tettonica Farallon (quelle che muovono i continenti e sono responsabili dei terremoti) si è incuneata nelle profondità della terra frammentandosi. Una di queste "schegge" ora si trova a 250-400 miglia sotto il parco e l'attrito, generato dal suo movimento, crea l'attività magmatica del parco, spingendo gas e magma verso la superficie della crosta terreste. I ricercatori sono convinti che, grazie a questa nuova tecnica, le profondità del sottosuolo ci cederanno altri dei loro segreti, basterà solo aspettare un nuovo terremoto!