I cani possono fiutare il coronavirus con grande precisione
Le abilità del cane potrebbero dimostrarsi di straordinaria efficacia nella lotta al coronavirus. Risultati promettenti arrivano da un gruppo di ricercatori dell’Università di Medicina e Veterinaria di Hannover, in Germania che ha addestrato otto cani dell’esercito tedesco a riconoscere l’odore associato al Sars-Cov-2, il virus responsabile di Covid-19, in campioni di saliva di pazienti di due diversi ospedali. Dopo una settimana di allenamento, i cani sono riusciti a distinguere con grande precisione i campioni di pazienti infetti da quelli di persone non infette. La ricerca, pubblicata sulla rivista BMC Infectious Diseases, è considerata un piccolo studio pilota.
I risultati indicano che i cani sono stati in grado di distinguere tra campioni di positivi e negativi con un tasso di rilevazione medio del 94% – con 157 indicazioni corrette di positivi, 792 rifiuti corretti di negativi, e 63 errori – e con una specificità diagnostica del 96%. “Tutti i cani hanno presentato un'elevata specificità con un piccolo intervallo di variazione, che potrebbe essere importante per lo screening della popolazione per evitare risultati falsi positivi” si legge nello studio. Non è ancora chiaro se questa nuova conoscenza verrà realmente applicata ma i ricercatori ritengono che le informazioni raccolte possano costituire la base per un metodo di controllo affidabile delle persone con infezione da SARS-CoV-2 da poter utilizzare in screening di massa nei Paesi con più limitato accesso ai test diagnostici.
Non è la prima volta che i cani riescono a fiutare le malattie e cani in grado di farlo sono stati già utilizzati in passato per individuare la malaria, il Parkinson, alcune forme di cancro e una serie di disturbi respiratori. Tra i requisiti più importanti che riguardano la manipolazione di campioni, il controllo e la prevenzione delle infezioni. “Inizialmente, si presumeva che i cani non potessero contrarre l’infezione da SARS-CoV-2 – scrivono i ricercatori – ma sono stati riportati singoli casi recenti che indicano che i cani possono essere infettati da SARS-CoV-2 e potrebbero potenzialmente svolgere un ruolo nella diffusione virale”. In tal senso per tutti i campioni valutati è stata utilizzata una procedura di inattivazione del virus che non ha inciso sull’odore della malattia.