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I cambiamenti climatici aumentano il rischio di parto prematuro e aborto

Analizzando i dati di settanta studi condotti in una trentina di Paesi, un team di ricerca internazionale ha determinato che l’esposizione a temperature elevate (soprattutto quella prolungata) rappresenta un rischio concreto per le donne incinte, dato che aumenta il rischio di parto prematuro e aborto. Per questa ragione il riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici può avere un impatto sul successo delle gravidanze.
A cura di Andrea Centini
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I cambiamenti climatici sono un'emergenza globale per la quale l'umanità rischia “indicibili sofferenze”, secondo il più approfondito studio sul tema condotto da un team di ricerca internazionale composto da oltre 11mila scienziati di 153 Paesi (250 italiani). Innalzamento del livello del mare che farà finire sott'acqua intere metropoli, isole e aree costiere; migrazioni di massa; guerre per le (poche) risorse rimaste; eventi atmosferici più violenti e distruttivi; carestie; siccità e perdita sostanziale della biodiversità sono solo alcuni dei fenomeni contro cui stiamo andando incontro. Ma ce ne sono alcuni che interessano direttamente anche la nostra salute, come ad esempio la diffusione di malattie tropicali e le ondate di calore estreme, che saranno sempre più mortali secondo diverse indagini. Un nuovo studio dedicato all'analisi di 70 ricerche condotte in tutto il mondo ha dimostrato che il riscaldamento globale minaccia concretamente le donne incinte e i feti che portano in grembo. Le temperature elevate, infatti, aumentano il numero di parti prematuri e le nascite di bambini morti (aborti).

A lanciare l'allarme sull'impatto dei cambiamenti climatici sul successo delle gravidanze è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del Climate Change and Heat-Health Study Group presso l'autorevole London School of Hygiene and Tropical Medicine di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Wits Reproductive Health and HIV Institute dell'Università del Witwatersrand (Sudafrica); del Burnet Institute di Melbourne (Australia); dell'Ospedale Universitario Tallaght di Dublino (Irlanda); dell'Università di Bielefeld (Germania) e di altri centri di ricerca sparsi per il mondo. Gli scienziati, coordinati dai professori Melanie Boeckmann e Shakoor Hajat, hanno selezionato i 70 articoli da un lotto di 175, dopo averne valutato a fondo diversi criteri. Quelli selezionati erano ambientati in una trentina di Paesi diversi, sette dei quali con reddito basso o medio.

Incrociando tutti i dati è emerso che in 40 studi su 47 le nascite premature erano più comuni nei Paesi con temperature più elevate. Per ogni grado in più (1° C) sulla colonnina di mercurio, Hajat e colleghi hanno osservato un aumento del rischio di aborto e parto pretermine del 5 percento. Durante le ondate di calore durature si registrava invece un'impennata del rischio di parto precoce del 16 percento. Gli aborti spontanei causati dalle temperature anomale sembravano interessare soprattutto i feti di sesso maschile. In 18 di 28 studi è stato invece rilevato un aumento del rischio di nascita di bambini sottopeso, una condizione associata a maggiori probabilità di avere altri problemi di salute durante la crescita e in età adulta.

Quando si porta un bambino in grembo, l'organismo deve naturalmente adattarsi per farlo crescere, il cuore è spinto a lavorare di più e ciò aumenta anche la temperatura interna, esponendo le donne incinte a un rischio maggiore da stress da calore e disidratazione. In caso di temperature insolitamente elevate, durante la gravidanza potrebbero determinarsi uno shock termico e uno stato infiammatorio in grado di danneggiare le cellule fetali, con conseguenze potenzialmente fatali sul piccolo. Secondo gli autori dello studio i rischi maggiori sono per le donne dei Paesi più poveri, che magari lavorando nei campi agricoli o in altre attività estenuanti all'aperto, superano di molto la propria soglia di tolleranza al calore per non perdere lo stipendio. Alla luce di questi risultati, gli scienziati raccomandano di considerare le donne incinte una categoria a rischio durante le ondate di calore, esattamente come anziani, persone debilitate per patologie pregresse e bambini. I dettagli della ricerca “Associations between high temperatures in pregnancy and risk of preterm birth, low birth weight, and stillbirths: systematic review and meta-analysis” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica British Medical Journal.

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