I broccoli contro la schizofrenia: ripristinano gli squilibri chimici nel cervello
Un composto derivato dai germogli dei broccoli è in grado di ripristinare gli squilibri chimici nel cervello delle persone con schizofrenia, questo è quanto sostengono gli scienziati dalla Johns Hopkins Medicine che, attraverso il loro studio, ci spiegano come sia possibile. Ecco come schizofrenia e broccoli sono legati tra loro.
Schizofrenia, scompensi chimici nel cervello. La schizofrenia è una condizione caratterizzata da allucinazioni e disturbi del pensiero, delle emozioni, del comportamento, della percezione.e della parola. I farmaci attualmente utilizzati per trattare la schizofrenia non funzionano per tutti i pazienti e possono provocare una serie di effetti collaterali indesiderati, tra cui problemi metabolici che aumentano il rischio cardiovascolare, movimenti involontari, irrequietezza e rigidità.
Schizofrenia e glutammato. La schizofrenia inoltre è caratterizzata da scompensi chimici nel cervello legati al glutammato. Il glutammato ha il compito di inviare messaggi tra le cellule cerebrali ed è stato collegato alla depressione e alla schizofrenia.
Cosa c’entrano i broccoli. I germogli di broccoli contengono un alto livello di un composto chimico chiamato sulforafano che è in grado di equilibrare il glutammato nel cervello, di fatto riducendo i sintomi della schizofrenia, senza effetti collaterali.
Lo studio. Per giungere a questa conclusione, gli esperti hanno analizzato prima i livelli di glutammato in pazienti con schizofrenia e successivamente hanno testato gli effetti del composto sulforafano presente nei germogli di broccoli. I topi trattati hanno mostrato un riequilibro degli scompensi chimici nel cervello. Esperimenti effettuati poi su pazienti sani, hanno dimostrato che l’estratto di broccoli riusciva effettivamente ad incrementare i livelli di glutatione, che compone il glutammato.
Conclusioni. Ovviamente siamo ancora in una fase sperimentale della ricerca, gli scienziati stanno infatti cercando di capire quali potrebbero essere le dosi ideali per i pazienti da integrare alle terapie e quali potrebbero essere gli effetti indesiderati sul lungo periodo.