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Gli scienziati hanno creato dei neuroni invecchiati in laboratorio

Serviranno per studiare malattie come l’Alzheimer e il Parkinson.
A cura di Redazione Scienze
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Illustrazione di un neurone
Illustrazione di un neurone

Per la prima volta un gruppo di scienziati ha utilizzato campioni di pelle provenienti da pazienti anziani per creare delle cellule cerebrali senza riportare indietro le lancette del tempo delle cellule stesse: insomma ottenendo così delle cellule cerebrali con caratteristiche analoghe a quelle delle persone da cui provengono.

Si tratta di una tecnica innovativa che potrebbe avere degli interessanti risvolti dal punto di vista della ricerca: l'obiettivo degli scienziati, infatti, è servirsi di queste cellule per studiare malattie correlate all'età, come il Parkinson e l'Alzheimer. «Utilizzando questo potente approccio, possiamo iniziare a rispondere a molte domande riguardanti la fisiologia e il meccanismo molecolare delle cellule nervose umane» ha spiegato Martin Hetzer del Salk Institute, tra gli autori del lavoro pubblicato da Cell Stem Cell; un discorso che può valere sia per l'invecchiamento in buona salute, sia quando l'invecchiamento determina l'insorgere di patologie.

Storicamente il primo modo per studiare le conseguenze biologiche dell'invecchiamento è stato quello di servirsi di modelli animali (dai moscerini della frutta ai topi) soprattutto per quei tessuti dei quali è complesso prelevare campioni da persone viventi (come il cervello). Negli ultimi anni, però, le cose sono decisamente cambiate grazie alle cellule staminali e, soprattutto, alle tecniche che consentono di prelevare, ad esempio, cellule della pelle dai pazienti e trasformarle in pluripotenti indotte che possono differenziarsi in diversi tipi cellulari dell'organismo. Questo processo, però, non garantiva di avere delle cellule con le proprietà di quelle prelevate da una persona anziana, azzerandone di fatto l'età.

Il metodo usato dai ricercatori, invece, è partito prelevando sempre cellule della pelle, per la precisione da 19 persone di età diverse (da neonati a 89 anni), e riprogrammandole in neuroni. Successivamente, però, confrontando i neuroni ottenuti con quelli prelevati dal cervello attraverso delle autopsie è stato evidenziato come nelle cellule prodotte in laboratorio ci fossero le caratteristiche dei neuroni delle persone più anziane. Un buon punto di partenza per studiare come il tempo cambia le cellule, non soltanto del cervello ma anche di altri organi come, ad esempio, il fegato o il cuore.

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