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Gli occhi di questo ragno morto 110 milioni di anni fa ‘brillano’ ancora: ecco perché

Gli occhi di questo ragno ‘brillano’ ancora al buio e risalgono a 110 milioni di anni fa. Gli scienziati hanno trovato alcuni rari fossili di questo animali risalente al Cretaceo e ci spiegano come mai siano emozionati per la loro scoperta e cosa sia il tapetum, grazie al quale i ragni vedevano anche di notte.
A cura di Zeina Ayache
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Il raro fossile di un ragno di 110 milioni di anni fa è stato trovato nella Corea del Sud e gli scienziati sono particolarmente emozionati, sia perché è difficile trovare un fossile di questi animali, visto che il loro corpo soffice che li rende più adatti per essere preservati nell’ambra, sia perché i suoi occhi ‘brillano’ ancora. Ma vediamo perché.

Ragni antichi estinti. I due dei fossili di ragni estinti della famiglia Lagonomegopidae, risalente al Cretaceo e vissuti tra i 110 e i 113 milioni di anni fa, mostrano infatti anche occhi riflettenti, a forma di canoa, che li aiutavano a vedere anche di notte. “Poiché questi ragni erano conservati in strane chiazze su roccia scura, ciò che è apparso per primo sono i loro grandi occhi”, spiegano gli esperti. Questo ha fatto supporre agli esperti che gli occhi di quesi ragni fossero dotati di tapetum, cioè uno strato riflettente che si trova dietro la retina e che riflette appunto la luce verso la retina stessa così da aumentare la luce e permettere all’animale di vedere meglio nel buio. Per quanto alcuni ragni moderni siano dotati di tapetum, il fossile trovato è il primo a dimostrare queste caratteristiche anatomiche anche negli esemplari più antichi.

Perché è un esemplare raro. Gli esperti spiegano che è molto difficile trovare un fossile di ragno, viste le caratteristiche anatomiche, quindi si presuppone che ad aver portato alla sua formazione sia stata una situazione molto speciale. I ragni di solito galleggiano, quindi qualcosa deve averli affondanti e portati in condizioni con poco ossigeno e difficilmente raggiungibili dai batteri responsabili della decomposizione. Si pensa ad un evento catastrofico, come una fioritura di alghe anomale che potrebbe averli intrappolati nel muco e affondati, ma non è ancora stato dimostrato.

Conclusioni. La scoperta aiuterà gli scienziati a comprendere meglio la biodiversità ai tempi del Cretaceo, i ragni trovati infatti erano molto diffusi 110 milioni di anni fa e occupavano aree in cui adesso vivono i ragni saltatori, evolutisi molto più tardi.

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