Gli ictus associati a Covid-19 sono i più gravi: lo studio inglese sul rischio di coaguli nel sangue
L’infezione da coronavirus può facilitare la coagulazione del sangue nelle arterie, determinando ictus più gravi e tassi di mortalità più elevati. Queste in sintesi le principali conclusioni di un nuovo studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry dai ricercatori dell’University College di Londra (UCL) che hanno confrontato le caratteristiche e gli esiti degli ictus tra pazienti positivi e negativi a Covid-19.
Gli ictus associati a Covid-19 sono i più gravi
I ricercatori hanno esaminato le cartelle cliniche di 86 persone che hanno contratto l’infezione da coronavirus e sono state colpite da ictus tra marzo e luglio di quest’anno, rapportandole a quelle di 1.384 casi di ictus in persone che non hanno ricevuto alcuna diagnosi di Covid-19. L’analisi ha evidenziato che l’insorgenza di ictus nei pazienti positivi al coronavirus era associata a un più alto rischio di sviluppare disabilità e, nello specifico, al doppio della probabilità che il danno fosse determinato dal blocco ischemico di una delle grandi arterie cerebrali.
Gli studiosi hanno inoltre evidenziato che gli ictus associati a Covid-19 erano i più gravi, con un punteggio medio di gravità (NIHSS) di 8 rispetto a 5 del gruppo di controllo. “Alcune delle differenze – ha commentato l’autore principale dello studio, il dott. Richard Perry – sono state osservate anche in altri studi sull’infezione da coronavirus che hanno indicato come la malattia possa rendere il sangue meno fluido, aumentando il rischio di coaguli”.
I ricercatori hanno inoltre suggerito che le persone di origine asiatica potrebbero avere maggiori probabilità di sperimentare ictus ischemici associati a Covid-19 dal momento che più del doppio dei casi si è verificato in questo gruppo di pazienti. “Dai nostri dati non possiamo dire se ciò sia dovuto al fatto che le persone di origine asiatica abbiano maggiori probabilità di contrarre l’infezione da coronavirus oppure se questi pazienti abbiano maggiori probabilità di avere ictus ischemici” ha aggiunto Perry.
D’altra parte, concludono gli studiosi, i risultati del lavoro indicano che l’infezione da coronavirus “può incidere sul rischio di ictus ischemico causato da un'eccessiva coagulazione del sangue o infiammazione” e “pregiudicare gli esiti dell’ictus, con un più alto rischio di coaguli multipli in vasi sanguigni di grandi dimensioni”.