Gli effetti dell’ora solare su corpo e mente: come superare i disagi del cambio d’ora
Manca poco al ritorno dell'ora solare. Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre ci toccherà spostare le lancette dell'orologio un'ora indietro, dalle tre alle due, con tutte le conseguenze che questo gesto apparentemente semplice comporta. A cambiare sarà soprattutto il numero di ore di luce durante la giornata, che proprio durante i mesi invernali diminuiscono drasticamente, anche se, di contro, potremo dormire un'ora in più del solito. Si tratta di un cambiamento che per molti è impercettibile ma che ha una serie di ripercussioni sulle nostre capacità psicofisiche. È per questo che capita di sentirsi scombussolati per giorni o anche settimane, con alcuni effetti collaterali come sonnolenza, difficoltà di risveglio, diminuzione delle energie, alterazioni dell'umore e difficoltà a concentrarsi. È stato stimato che soltanto nel nostro Paese siano più di 12 milioni gli italiani alle prese con questo disagio. Ma si tratta di una condizione reale o dipende soltanto dal nostro modo di reagire alle giornate corte e all'arrivo del freddo?
Sintomi legati al cambio d'ora
"I problemi del cambio ora sono legati alla necessità di riallineare i ritmi biologici: quello che accade è paragonabile ad un "piccolo" jet-lag – ha sottolineato a Fanpage.it Federica Provini, medico e ricercatore dell'Irccs, Istituto Scienze neurologiche di Bologna, specializzata in neurologia -. Insonnia, irritabilità, difficoltà di concentrazione, stanchezza, sensazione di malessere generale sono i sintomi più comuni, ma sono anche transitori, perché possono presentarsi per alcune settimane. Questi dipendono dalla necessità di riallineare il nostro ritmo corporeo interno con i sincronizzatori esterni, il più importante dei quali è il ritmo luce-buio, che proprio in questo periodo dell'anno subisce un minimo seppur significativo cambiamento".
D'altronde, il cambio di ora è una convezione adottata nella maggior parte dei paesi del mondo per ragioni soprattutto di tipo economico, che poco hanno a che vedere con l'equilibrio psico-fisico delle persone: in pratica, lo spostamento delle lancette ci permette di risparmiare e ottimizzare l'energia, anche se non tutti sono d'accordo con questa tesi. C'è infatti che sostiene che il risparmio sia talmente limitato da rendere il cambio dell'ora più una complicazione che altro. Ad ogni modo, bisogna fare i conti con questa condizione temporanea. "Poiché c'è un tempo specifico per dormire ed ognuno di noi ha una necessità specifica di una determinata durata di sonno – ha continuato la dottoressa Provini -, il fatto di dover forzatamente anticipare di un'ora questo ritmo può avere ripercussioni".
Consigli: non sgridate i bambini
I disagi legati al cambio di ora possono colpire chiunque. Tuttavia, come precisa la dottoressa Provini, "sono più a rischio coloro che hanno già qualche difficoltà con il sonno e i soggetti che hanno già altre patologie croniche, così come chi soffre di ansia e depressione. Anche perché, è un dato di fatto, uscire di casa con il buio e rientrare con il buio può avere effetti negativi sul nostro tono dell'umore". Attenzione anche ai bambini, che potrebbero risentire del cambiamento come gli adulti, anche se, in questo caso, esprimeranno il loro malessere diversamente, non tanto con sonnolenza e abbattimento, quanto con una maggiore irritabilità. Il tutto dovrebbe durare qualche settimana al massimo, il tempo necessario all'organismo per sincronizzare il ritmo interno con quello esterno.
Come ristabilire l'equilibrio interno dopo il cambio d'ora? Secondo la dottoressa Provini, "bisogna mantenere una buona igiene del sonno, andare a letto ed alzarsi sempre alla stessa ora, consumare pasti leggeri, idratarsi a sufficienza, fare una regolare attività fisica durante la giornata e cercare quanto più possibile di rilassarsi favorendo un addormentamento anticipato imposto dall'esterno: sono tutte cose che possono aiutare a superare questo passaggio che benché fastidioso è tuttavia transitorio". Inoltre, "soprattutto per quel che riguarda i più piccoli – ha continuato Provini – non bisogna sgridarli se sono particolarmente nervosi, ma bisogna agevolare il ripristino del ritmo biologico. Basta fare qualche coccola in più, prendersi un po' di tempo da dedicare a loro favorendo così un sonno sereno e tranquillo, e il gioco è fatto".