Urticanti ma bellissime, silenziose ed armoniose quando si muovono nell\'acqua, importantissime per gli ecosistemi ma sempre più in aumento nei nostri mari: sono le meduse, tanto temute ed odiate quanto ammirate. Da guardare e da non toccare, hanno un corpo gelatinoso composto per il 95% da acqua.
Già da diversi anni si dice che le meduse siano aumentate: quella che però sembrava più una \"voce\", magari condizionata dalla suggestione, piuttosto che una notizia, è stata confermata da uno studio recentemente condotto dai ricercatori della University of British Columbia che hanno pubblicato i risultati del proprio lavoro sulla rivista scientifica Hydrobiologia lo scorso aprile.
Soprattutto nelle zone ad alto impatto antropico, infatti, l\'innalzamento della temperatura delle acque, l\'inquinamento dei mari e il sovrasfruttamento degli stock ittici a causa dell\'aumento della pesca, sarebbero responsabili di un notevole incremento della popolazione delle meduse.
Tale aumento potrebbe avere conseguenze gravissime sui delicati equilibri di quegli ecosistemi che, negli ultimi decenni, sono stati molto spesso stravolti soprattutto in prossimità dei litorali: lo studio ha evidenziato come le zone più interessate dal fenomeno sarebbero le coste orientali dell\'Asia e sud-occidentali dell\'Africa, il Mar Nero, il Mar Mediterraneo, l\'Antartide, la costa nord est degli Stati Uniti. Tutti territori caratterizzati da una fortissima impronta antropica che, evidentemente, sta iniziando a far sentire il proprio peso.
Già l\'anno scorso un articolo pubblicato dalla rivista scientifica PNAS sottolineava il pericolo di un incremento delle meduse in natura, a causa del ruolo svolto dalle creature gelatinose all\'interno della catena alimentare, mentre un lavoro comparso su Nature avvertiva della difficoltà di condurre studi sulla diffusione e concentrazione di questi animali, onde verificare se ci troviamo effettivamente di fronte ad una \"invasione\".
Principalmente le difficoltà nel monitorare le meduse sarebbero causate dall\'impossibilità di osservare in natura i gelatinosi animali ma anche dalla complessità dei loro cicli vitali.
Il lavoro della University of British Columbia ha quindi il merito di essere il primo ad aver preso in considerazione ed analizzato complessivamente tutti i dati ricavati da ricerche, osservazioni, articoli scientifici e divulgativi relativi alle meduse, pubblicati dal 1950 fino ad oggi.
\"Ci sono state evidenze aneddotiche dell\'aumento delle meduse negli ultimi anni, ma non esisteva uno studio globale che raccogliesse tutti i dati ottenuti fino ad ora\" ha spiegato Lucas Brotz della University of British Columbia, primo firmatario dell\'articolo.
Stando ai dati presi in esame, su sessantasei grandi ecosistemi marini sarebbero ben quarantacinque quelli in cui gli scienziati avrebbero rilevato un\'abbondanza nella popolazione delle meduse. Il 62% di questi quarantacinque ecosistemi manifesta dei trend di incremento della popolazione.
La \"notizia aneddotica\" sembra essere sempre più un\'evidenza scientifica: del resto sono già diversi anni che l\'allarme è stato lanciato, mentre è noto come il riscaldamento delle acque marine favorisca la riproduzione e la diffusione delle meduse. Causando gravi squilibri negli ecosistemi e disperazione dei bagnanti, in visione della prossima estate.