video suggerito
Mercurio, il Pianeta di fuoco con sorprese di ghiaccio
Conferme a quella che era un'ipotesi avanzata già nei primi anni '90.

Su Mercurio c’è il ghiaccio: quella che era un’ipotesi elaborata già negli anni ’90 all’epoca in cui il radiotelescopio Arecibo creò la prima mappatura della superficie del piccolo Pianeta, ora viene confermata dalle osservazioni effettuate grazie alla sonda Messenger. (Image Credit: National Astronomy and Ionosphere Center, Arecibo Observatory)

Fin dalla loro scoperta nel 1992, i depositi polari evidenziati dalla mappatura, rilevati come zone più brillanti delle aree circostanti, erano stati interpretati come possibili accumuli di acqua allo stato solido. Il laser della sonda, unitamente al suo occhio infrarosso, ha confermato quella che sembrava essere solo un’ipotesi affascinante. (Image Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington/National Astronomy and Ionosphere Center, Arecibo Observatory)

La scoperta è stata annunciata dalla NASA e da tre studi pubblicati dalla rivista Science: a coordinare le ricerche, il NASA Goddard Space Flight Center, l’Università della California di Los Angeles e la Johns Hopkins University. (Image Credit: NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Carnegie Institution of Washington/National Astronomy and Ionosphere Center, Arecibo Observatory)

In parte si tratta comunque di una piccola sorpresa se si pensa che la superficie del Pianeta, il primo in ordine di distanza dal Sole, raggiunge temperature di 400°. Una notizia che arriva mentre gli occhi di tutti, in realtà, sono puntati altrove verso Marte e Curiosity.

Lanciata nel 2004, Messenger raccoglie dati attorno a Mercurio dalla primavera del 2011: da allora ha fornito interessanti immagini relative al suolo e alle caratteristiche di questo piccolo Pianeta ma, a causa della sua orbita, non è ancora riuscita ad acquisire sufficienti informazioni sulla regione polare.

Messenger è un acronimo che sta per MErcury Surface, Space ENvironment, GEochemistry and Ranging e che fa riferimento al nome del Pianeta che designa il messaggero degli dei nella mitologia degli antichi romani. Le sorprese riservate dalla sonda potrebbero essere appena all\'inizio, hanno spiegato gli esperti.

In alcune zone, poste poco più a meridione dei crateri del Polo Nord, ci sarebbe ghiaccio stabile sotto la superficie che fa apparire le aree più scure: lì, dicono, sotto il materiale isolante, potrebbero celarsi molecole organiche contenenti carbonio, magari arrivate tramite comete ed asteroidi come l\'acqua. Ma questa volta si tratta davvero di soltanto un\'ipotesi: l\'attesa per una eventuale conferma potrebbe essere ancora lunga.