Le cento specie maggiormente a rischio che nessuno salverà
Tra animali, piante e funghi sono circa un centinaio le specie che, nel giro di pochi anni, scompariranno molto probabilmente per sempre, poiché la loro esistenza non apporta benefici all'uomo.
Minacciate, confinate entro territori limitatissimi e, oltretutto, ritenute a vario titolo di nessun interesse per il genere umano: è il ritratto delle cento specie più a rischio del Pianeta, secondo quanto evidenziato dalla lista recentemente stilata da una commissione di scienziati per la IUCN da cui è stato tratto un libro. Animali, come il lemure del bambù, destinati a scomparire nel giro di pochissimi anni, impoverendo ulteriormente la biodiversità.
Nella lista delle specie rientrano piante, funghi ed animali, come questo bradipo di cui restano all\'incirca trecento esemplari nell\'isoletta panamense di Escudo, pronti ad avviarsi verso il mesto destino della sparizione, nella semi-indifferenza degli stessi enti o persone che si occupano di conservazione e salvaguardia delle specie.
Il provocatorio titolo del rapporto, in questo senso, non lascia spazio a fraintendimenti. In riferimento a tutte queste creature che tra pochi anni potrebbero non esistere mai più, gli scienziati si chiedono se siano \"Priceless or Worthless?\", ovvero se il loro valore sia commisurato esclusivamente all\'utilità che può trarre l\'uomo dalla loro sopravvivenza.
E\' l\'amara constatazione di Jonathan Baillie della Zoological Society di Londra e la domanda che pone il libro: quanto vale per voi la vita del rinoceronte di Sumatra? Di una creatura di cui esistono meno di trecento esemplari in natura e che a tutt\'oggi deve combattere con bracconaggio e distruzione dell\'habitat?
\"Se consideriamo che queste specie non hanno prezzo, è tempo che la comunità ecologica, i governi e l\'industria agiscano di conseguenza e mostrino alle generazioni di domani che noi diamo valore a tutta la vita\" ha dichiarato Baillie: nel frattempo le poche decine di esemplari di Saola, mammifero che abita le foreste del Sud est Asiatico continuano ad aspettare un segnale dall\'umanità che non sia di distruzione, prima che la fine giunga anche per la loro specie.