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La guerra delle coccinelle
Un allarme lanciato già da parecchio tempo da molti studiosi: alcune specie asiatiche di coccinelle, più feroci, adattabili e rapide a riprodursi, minaccerebbero le europee.

E\' uno degli insetti più amati e graziosi: la sua vistosa livrea, le sue piccolissime dimensioni, il volo silenzioso ed il tocco leggero, fanno della coccinella un simbolo di simpatia universale. Non soltanto portafortuna per eccellenza, ma anche immagine molto spesso ricorrente in campagne ambientaliste, in difesa della natura e a favore dello sviluppo ecosostenibile.

La quantità e densità dei puntini di ciascuna coccinella non è casuale: in tutto il mondo sono migliaia le specie descritte dagli entomologi. Variazioni in base ai colori, alle macchie e alle dimensioni, rendono alcune coccinelle più \"famose\" di altre: esistono numerose specie poco appariscenti, caratterizzate da insetti più piccoli e dai colori meno vivaci, che non godono della medesima celebrità delle cugine rosse a puntini neri.

Già da diversi anni è in atto una vera e propria guerra tra diverse specie: una sfida che sta coinvolgendo gli \"schieramenti\" di coccinelle europee, poste dinanzi ad una \"invasione\" che ha come protagoniste le cugine provenienti dall\'Asia. Più aggressive, più resistenti, maggiormente capaci di adattarsi e, soprattutto, più rapide ed efficienti nella riproduzione, le coccinelle asiatiche costituiscono ad oggi un\'autentica minaccia per le abitanti del Vecchio Continente.

Un fenomeno che rischia di avere delle gravissime ripercussioni sugli equilibri ecologici: le essenziali attività svolte dai piccoli insetti, infatti, potrebbero essere alterate e le conseguenze sarebbero pagate da interi ecosistemi. Le coccinelle europee risultano essere sempre più indebolite dalla crescente espansione delle concorrenti orientali e, secondo gli esperti, potrebbero rischiare di essere addirittura scalzate dalle nuove arrivate così come in passato è accaduto a molte specie di coccinelle presenti nel continente americano.

Nonostante il suo aspetto simpatico ed inoffensivo, infatti, la coccinella è \"sfruttata\" in agricoltura per le sue doti di famelico predatore: alcune specie di coccinelle si nutrono di afidi, i pidocchi delle piante, e possono arrivare a mangiarne molte decine al giorno. Una delle più feroci e determinate nel compiere questa missione è la \"septempunctata\", la più comune e familiare: con il corpo rosso e i sette puntini neri sul dorso, è la coccinella europea più famosa, riprodotta e fotografata in assoluto.

Proprio la septempunctata risulterebbe essere tra le specie in pericolo, a causa dell\'espansione della \"Harmonia Axyridis\", o coccinella Arlecchino, proveniente dall\'estremo oriente: a lanciare l\'allarme una ricerca che ha messo in rilievo come l\'esuberanza delle asiatiche possa costituire un rischio concreto per la biodiversità. Ma più della coccinella a sette punti, che in virtù della sua resistenza è riuscita comunque a \"mantenere il controllo sulla sua nicchia ecologica\", la sopravvivenza della coccinella bipuntata sembra sempre più difficile: in Gran Bretagna ridotte del 44% e in Belgio del 30%, le coccinelle bipuntate sono le più minacciate in questo momento, assieme ad altre cinque specie europee.

Amata ed ammirata, minacciata da un mondo in rapidissimo mutamento, la \"nostra\" coccinella è tra le tante creature che si sta trovando ad affrontare le difficili sfide che impongono i tempi moderni: sebbene una recente ricerca abbia evidenziato come la septempunctata sia ancora in grado di resistere, non è escluso che il declino delle specie europee, a favore delle asiatiche, possa avere conseguenze anche sulla sua diffusione. Gli studi in questa direzione proseguono.