Il panda gigante potrebbe essere ridotto \"alla fame\" e scomparire nel giro di pochi decenni a causa del cambiamento climatico: a lanciare l’allarme un gruppo di ricercatori dell’università del Michigan, autori di uno studio recentemente pubblicato da Nature Climate Change.
Principale imputato in questo processo è la deforestazione selvaggia in costante aumento che sta sottraendo territorio ai panda giganti in libertà. Entro la fine del secolo, questa specie potrebbe passare dall’attuale stato di \"in pericolo\" a quello di \"estinta\".
Le piante di bambù da cui dipende la sopravvivenza di questi ursidi, infatti, continuano a subire da decenni le conseguenze della pressione dell’uomo sull’ambiente: per tale ragione, l’habitat dei panda giganti è sempre più degradato ed impoverito.
Al problema decennale della riduzione dell’habitat si aggiunge la minaccia del riscaldamento globale che incalza sempre più sullo stato di salute del vegetale indispensabile alla dieta del panda, esponendo così al rischio di innescare una grave crisi delle risorse tra questi splendidi mammiferi, da sempre simbolo della natura da proteggere.
I ricercatori hanno effettuato un’indagine sui panda giganti che dimorano sulle montagne Qinling, nella provincia di Shaanxi. Le alture ospitano circa 275 panda allo stato libero, il 17% del totale dell’intera popolazione selvatica che resta in vita.
Appartenenti ad una sottospecie distinta, i panda giganti delle montagne Qinling hanno vissuto per migliaia di anni isolati dai loro simili delle vicine aree geografiche, divenendo in ragione di ciò estremamente preziosi ma anche molto più fragili e meno capaci di adattarsi ai mutamenti.
La stessa singolare fioritura del bambù aumenta i fattori di rischio: per quanto riguarda le specie studiate, infatti, essa avviene ogni 30-35 anni. Le stesse piante, dunque, hanno difficoltà ad adattarsi: lo testimonierebbero anche i rilievi effettuati dagli studiosi sui resti fossili.
Eppure, sottolineano i ricercatori, a dispetto delle pessimistiche previsioni elaborate dai modelli che incrociano i dati storici con le proiezioni del futuro, la soluzione ci sarebbe: basterebbe consentire ai panda di accedere ad aree più ampie in cui cercare cibo senza correre pericoli, non soltanto sui monti Qinling ma in tutte le regioni in cui dimorano gli ursidi.
Gli esperti hanno infatti spiegato che lo studio ha il fine di allertare su una situazione già nota ma, soprattutto, di indirizzare verso una maggiore tutela di questi animali che, tra non molto, potrebbero scomparire per sempre.