Eroina gialla, cos’è la droga che in Italia sta uccidendo gli adolescenti (e non solo)
La chiamano ‘eroina gialla' ed è la ‘nuova' droga che circola tra gli adolescenti e che può essere letale, ma cos'è? Innanzitutto va detto che non si tratta di una nuova droga, ma è eroina lavorata diversamente e che arriva da paesi come l'Afghanista. Vediamo cosa c'è da sapere sull'eroina gialla e perché è così pericolosa.
Eroina gialla, cos'è
Come dicevamo, l'eroina gialla non è altro che eroina di una colorazione giallina e che appare così perché contiene meno solventi che possano renderla completamente trasparente.
I rischi dell'eroina gialla
L'eroina gialla contiene al suo interno non solo il principio attivo dello stupefacente, che in questi ultimi anni è aumentato esponenzialmente per via delle richiesta dei ‘consumatori' e che arriva fino al 50% (mentre l'eroina ‘classica' ne contiene l'1%), ma anche altre droghe artificiali o altri oppiodi o allucinogeni (destrometorfano, crack, coraina, carfentanil). Per via dei tagli, quindi per via della composizione, l'eroina gialla è da considerarsi molto pericolosa: basta infatti un mix squilibrato per provocare overdose in chi ne fa uso.
Chi rischia l'overdose
Si parla di overdose quando il nostro corpo non tollera la quantità di sostanza che ci siamo iniettati: questo si traduce in perdita di coscienza, insufficienza respiratoria e morte che sopraggiungono nel giro di pochi minuti. Le persone maggiormente a rischio overdose sono coloro che non sono abituati ad assumere sostanze, per questo il corpo ha una minor tolleranza.
Cosa fare in caso di overdose
È comunque possibile salvarsi da overdose, è necessario però contattare il 118 immediatamente avvisando già del consumo della sostanza in modo che possano essere già a conoscenza del caso una volta sul posto. In attesa dei soccorsi, il consiglio è quello di accertarsi che le vie respiratorie siano libere: quindi mettere la persona su un fianco per eliminare eventuali liquidi (come vomito) e mantenerla in quella posizione, evitare dunque di lasciare il paziente a pancia in su.