Ecstasy, quali sono gli effetti di questa droga sul nostro cervello e perché si chiama MDMA
La chiamiamo ecstasy ma il suo vero nome è MDMA, è una delle droghe più consumate, ha effetti stimolanti e allucinogeni e può essere pericolosa per la nostra salute. Ecco tutto quello che c'è da sapere sull'ecstasy, come agisce sul cervello e perché può essere dannosa.
Ecstasy o MDMA. 3,4-metilenediossimetanfetamina questo è il nome scientifico dell'MDMA che tutti noi chiamiamo per lo più ecstasy o MD ed è una sostanza psicoattiva, una metanfetamina, che ha effetti eccitanti: in poche parole è una droga. L'MDMA si presenta sotto forma di pastiglie, ma in alcuni casi può essere disciolta in liquidi o fumata (anche se è raro).
Come agisce sul cervello. Quando l’MDMA entra nel nostro corpo, influenza il nostro cervello rilasciando noradrenalina (detta ormone dello stress coinvolge le aree cerebrali dedicate all’attenzione e alle reazioni), dopamina (neurotrasmettitore che agisce sul nervo simpatico aumentando la pressione del sangue e la frequenza cardiaca) e, soprattutto, serotonina (neurotrasmettitore che influenza l’umore, il sonno, la sessualità e l’appetito) che, nel giro di 30-60 minuti dall’assunzione, ci portano in uno stato di euforia spiccato, accompagnato da generale benessere e felicità. In particolare, l’MDMA stimola l’empatia e i legami con le persone, altera la percezione del tempo e induce allucinazioni. L’effetto dura qualche ora (massimo 6 anche se a secondo delle persone può durare più o meno).
Cosa succede quando l’effetto passa. Una volta finito l’effetto vero e proprio dell’ecstasy, nel nostro corpo restano residui che ci portano a vivere emozioni diverse nell’arco della settimana successiva: difficoltà a ricordare, ansia, tristezza, irritabilità e, in alcuni casi, depressione.
Rischi dell’assunzione. L’MDMA ci stimola fisicamente al punto da farci perdere la consapevolezza di eventuali sforzi fisici compiuti, questo rischia di avere effetti negativi sul corpo, tra questi l’ipertermia (incremento eccessivo della temperatura corporea) che può provocare danni ai muscoli e ai reni, oltre a disidratarci.