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Ecco perché scrocchiare le dita non fa male secondo la scienza

Un video ricorda perché non fa male crocchiare le dita e da dove viene quel preoccupante “crack”.
A cura di Danilo Massa
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Pugno chiuso nel palmo dell'altra mano, una pressione più o meno leggera ed ecco il "crack". Scrocchiare le dita è un'abitudine diffusa, che se può essere motivo di fastidio per alcuni, pare non comporti, comunque, un danno fisico. A dirlo sono diverse ricerche scientifiche che confutano l'obiezione di chi sostiene, senza evidenti prove empiriche, che quest'abitudine causi l'artrite. Dell'argomento si occupò nel 1998 una rivista specializzata, Arthritis & Rheumatism, che pubblicò l'esito di un'esperimento del dottor Donald Unger: per sessant'anni il medico scrocchiò due volte al giorno le dita della mano sinistra, non della destra. Al termine dell'esperimento, ossa di mano destra e sinistra mostravano lo stesso livello di usura e, in sostanza, non vi erano segni di artrite. Undici anni dopo, nel 2009, Unger vinse l'IgNobel, un premio-parodia del Nobel, sebbene quella non fu la prima ricerca volta ad approfondire l'argomento.

Nel 1990 uno studio pubblicato dagli Annals of the Rheumatic Diseases concluse che effettivamente sollecitare in quel modo le ossa dalla mano non causa artrite, sebbene possa incidere sul gonfiore delle mani e su una ridotta capacità di presa. Questa ricerca, tuttavia, associava l'abitudine a lavoro manuale, onicofagia (mangiarsi le unghie), tabagismo e assunzione di alcoolici. L'indagine fu tuttavia criticata, poiché confondeva, secondo i detrattori, cause ed effetti dello "scrocchio". Una terza ricerca fu condotta nel 2011 e pubblicata in J Am Board Fam Med: vennero studiate le articolazioni di 215 persone dai 50 agli 89 anni. Chi scrocchiava regolarmente le dita non mostrava segni maggiori di osteoartrite rispetto a chi non aveva tale abitudine.

Cosa fa "crack"? Quel rumore suggerisce una rottura e spesso si pensa che sia causato dalla frizione delle ossa. Da qui l'ipotesi, non provata, che causi artrite. In realtà, come spiega anche il video in apertura, si tratta di bolle d'aria imprigionate nel liquido sinoviale che, sotto la pressione delle ossa, "scoppiano". Lo stesso cuscino d'aria si riforma in circa venti minuti. Il liquido sinodale ha lo scopo di proteggere e lubrificare le articolazioni e l'aria in esso imprigionata svolge la stessa funzione di protezione. Tra i metodi della chiropratica, lo "scrocchio" rappresenta una pratica consolidata volta a ridurre lo stress delle articolazioni. Si usa farlo per esempio con la colonna vertebrale e, nello specifico, con le vertebre del collo. Insomma, al momento non sembra si possa dimostrare che lo scrocchio delle ossa sia dannoso, ma, se può arrecare disturbo e dato che si tratta dopotutto di un vezzo, meglio evitare.

[Foto da Wikipedia]

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