Donne in gravidanza con Covid-19 non trasmettono il virus e neppure sufficienti anticorpi al neonato
L’infezione da coronavirus durante la gravidanza espone le donne a un più alto rischio di sviluppare forme gravi di Covid-19. Tuttavia si conosce ancora poco sulle caratteristiche della risposta immunitaria in stato interessante e sulla possibilità che gli anticorpi indotti dall’infezione possano proteggere il feto dal contagio. Un team di studiosi guidato dai ricercatori del Massachusetts General Hospital di Boston ha però fornito nuove evidenze circa carica virale, trasmissione verticale dell’infezione e possibilità che le madri trasferiscano anticorpi protettivi al neonato, pubblicando un nuovo lavoro sulla rivista scientifica JAMA Network Open.
Lo studio ha coinvolto 127 donne al terzo trimestre di gravidanza che hanno ricevuto cure presso tre ospedali statunitensi (il Massachusetts General Hospital, il Brigham and Women's Hospital e e il Beth Israel Deaconess Medical Center) tra il 2 aprile e il 13 giugno. Tra le 64 donne risultate positive al coronavirus, i ricercatori non hanno rilevato la presenza di carica virale nel sangue materno o nel cordone ombelicale (nonostante la positività riscontrata nelle vie respiratorie), nessun segno di infezione nella placenta e nessuna evidenza di trasmissione virale ai neonati. I ricercatori hanno inoltre osservato che la maggior parte delle donne aveva sviluppato una risposta immunitaria specifica per Sars-Cov-2 ma che il trasferimento da madre a neonato degli anticorpi diretti contro il virus attraverso la placenta era significativamente inferiore rispetto al trasferimento di anticorpi contro l’influenza.
Una scoperta che “ha implicazioni nella somministrazione di vaccini” ha commentato Andrea Edlow, specialista in medicina materno-fetale presso il Massachusetts General Hospital e autrice principale della ricerca. “Nello specifico, evidenzia che le donne in gravidanza sono una popolazione chiave da considerare nella somministrazione dei vaccini Covid, sollevando interrogativi circa la tempistica ottimale della somministrazione per supportare al meglio l’immunità materna e neonatale”.
Riguardo al trasferimento transplacentare di anticorpi contro Sars-Cov-2 al feto, tipicamente più alto nel terzo trimestre di gravidanza, i ricercatori non si aspettavano di riscontrare un trasferimento significativamente ridotto rispetto agli anticorpi contro i virus dell'influenza. “Comprendere i meccanismi alla base di questo trasferimento inefficiente, così la comprensione della possibilità che gli anticorpi indotti dalla vaccinazione abbiano o meno le stesse proprietà di quelli sviluppati in risposta all’infezione naturale, saranno le direzioni critiche per la ricerca futura”.